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Il futuro della Romagna passa dall’estate. Appello alla collaborazione di tutto il divertificio romagnolo

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Mentre ci abituiamo a questa ‘nuova normalità’ temporanea dovuta al coronavirus, fatta di distanze da rispettare per la salvaguardia di tutti quelli che ci sono più vicini, inizia ad essere impellente pensare al futuro. E il futuro della Romagna passa dall’estate.

Il coronavirus colpisce sotto la cintura la locomotiva d’Italia – Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna -, ma la stagione estiva è l’opportunità per mettersi in pari con quanto perso in questa primavera di paure. L’inverno dello scontento che si scioglie al sole della Riviera, insomma.

Per fare questo serve che tutte le imprese facciano una scelta coraggiosa e – secondo me – obbligata: spostare la concorrenza oltre i confini, e non dentro i confini. Mi limito a quello che è il mio campo lavorativo nel mondo del ‘divertificio romagnolo’: da diversi anni collaboro – tra gli altri – con Romagna Concerti e Vidia Rock Club occupandomi di promozione e realizzazione di concerti e spettacoli teatrali dal riminese al ravennate ed è indubbio che la stagione estiva sia propedeutica anche in chiave invernale. Non solo per le realtà con cui collaboro, ma per tutto il comparto dell’entertainment, dell’intrattenimento. E proprio perché è tutto il comparto sotto pressione – come specificato in una recente intervista dal presidente del SILB Luigi Di Placido -, serve unità di intenti.

Per questo credo sia necessario proporre un tavolo di confronto e di lavoro tra i promoter, i direttori artistici, gli imprenditori, gli artisti e le associazioni che si occupano di intrattenimento per lavorare su iniziative comuni per questa estate. Penso a biglietti che permettano l’accesso a più strutture – anche non della stessa azienda o realtà di intrattenimento –, pacchetti turistici, collaborazioni che scavalchino i rispettivi cortili, anche solo a livello di promozione degli eventi. Calendari che non entrino in conflitto tra eventi, ma piuttosto siano compatibili per una promozione comune. Per una comunicazione e una narrazione che racconti, per una estate, non solo la propria realtà, ma tutte le realtà. Che racconti la Romagna. Come già si faceva negli anni ’90 per rivaleggiare con piazze più grandi come Bologna.

È necessario farlo il prima possibile, perché in gioco c’è la sopravvivenza del settore.

Gian Piero Travini

 

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