ROMAGNA E ROMAGNOLI NEL MONDO / 16 / Marietta Alboni, la voce che incantò il mondo e Walt Whitman

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Figlia di un modesto funzionario di Bagnacavallo e di una donna di Terra del Sole, quindi romagnola doc, Maria Anna Marzia Alboni, detta Marietta, nacque il 6 marzo del 1826 a Città di Castello, in Umbria, dove il padre Eustachio era all’epoca dislocato come dipendente della Dogana Pontificia, prima di trasferirsi definitivamente a Cesena e di assumere la direzione del posto di dogana locale, che si trovava dove è ora la Barriera Cavour, lato levante, mentre la famiglia abitava la casa in angolo con l’attuale Corso Sozzi e Via Mura Ponente.

Portata da bambina ad assistere a un’opera di Rossini, Marietta ne rimase talmente colpita e affascinata da appassionarsi al canto e da dedicarvisi in un primo tempo per divertimento nell’ambito familiare e su invito ai ritrovi di amici e conoscenti. Fu grazie al fratello Leopoldo, e nonostante la riluttanza dei genitori, che imparò i primi rudimenti della musica, senza però potere, per motivi economici, seguire fin dall’infanzia un’istruzione artistica. Venne iscritta a una società di mutuo soccorso per esordienti, e proprio in quel contesto ebbe la fortuna di vincere il primo premio di cento lire nell’annuale lotteria indetta dalla società. Convinse il padre a comprarle con quella cifra una spinetta, e a farle prendere lezioni di canto dal maestro del coro della cattedrale cittadina, Antonio Bagioli. Fu proprio con l’aiuto di questi, impressionato dal talento della tredicenne Marietta, e all’impegno di Leopoldo, che nel 1839 si riuscì ad organizzare un concerto grazie al quale venne raccolto il denaro necessario per far presentare alla ragazza una richiesta di ammissione al Liceo Musicale di Bologna, di cui al tempo era “consulente perpetuo onorario” nientemeno che Gioacchino Rossini.

Gioacchino Rossini

Gioacchino Rossini

Il celebre compositore accompagnò così i primi passi di Marietta nel mondo del canto e dell’opera, e i due instaurarono un profondo e duraturo legame di stima e di amicizia. Che non era partito nel migliore dei modi: Rossini, infatti, in prima battuta aveva scartato Marietta che durante l’audizione, per imperizia ed emozione, non aveva controllato bene la voce, ma era subito tornato sui propri passi e l’aveva ammessa alla scuola, conscio di avere ascoltato un potenziale grande talento. Lo stesso Rossini, quando Eustachio Alboni si ritrovò senza la possibilità di sostenere le spese per far risiedere la figlia a Bologna, ottenne per la ragazza un ingaggio presso il locale Teatro Comunale per esibizioni e per una tournée. A sedici anni, conseguito il diploma del conservatorio, Marietta si ritrovava dunque a poter vivere del proprio lavoro e della propria arte a Bologna; e passò pochissimo tempo prima che Rossini, che ormai agiva come mandatario di Alboni padre, facesse ottenere alla ragazza un ingaggio presso Bartolomeo Merelli, direttore all’epoca sia della Scala di Milano che del Theater am Kärntnertor di Vienna.

Marietta Alboni

E Marietta, il 30 dicembre del 1842, ancora adolescente esordiva così alla Scala, ricoprendo il ruolo di Neocle nella versione italiana dell’Assedio di Corinto, seguito presto da altri ruoli ed esibizioni. Alla chiusura della stagione invernale a Milano fu invitata a Vienna, dove impressionò Donizetti. Iniziò così una spola fra la città lombarda e quella austriaca, che richiese, visto che l’artista era ancora minorenne, sempre l’accompagnamento di un fratello o di una sorella di Marietta. Non fu che l’inizio di una lunga e straordinaria carriera che qui non abbiamo modo e spazio per delineare. Possiamo solo citare le esibizioni e i successi a San Pietroburgo, a Praga, a Berlino, ad Amburgo, in Polonia, in Ungheria e altrove. La Mitteleuropa era ormai il palcoscenico di Marietta, che raccoglieva consensi ovunque. Con i guadagni che crescevano, la ragazza poté acquistare una casa per la sua famiglia a Cesena e gettare le basi per una salda agiatezza.

Marietta Alboni
Marietta Alboni

Subito dopo i teatri mitteleuropei, aprirono le loro porte a Marietta Alboni anche quelli inglesi e francesi. Londra e Parigi divennero per l’artista sedi costanti di lavoro, di residenza e di vita, senza mai tralasciare però di prender parte a tournée sia in Italia che negli altri paesi d’Europa. Fu nel 1852 poi che, ventiquattrenne, la cantante romagnola si imbarcò per l’America, per una tournée lunga un anno.

Marietta Alboni

Il programma di una esibizione di Marietta Alboni a Philadelphia nel settembre 1852

Nel 1863, non ancora trentottenne e nel pieno del successo, Marietta Aliboni si ritirò dalle scene a casa della necessità di accudire costantemente il conte Achille Pepoli, che nel frattempo aveva sposato e che presto aveva manifestato i segni di una grave malattia mentale e nervosa. Il Pepoli morì nel 1867, e l’anno dopo venne a mancare Gioacchino Rossini. Fu in quell’occasione che Marietta ricomparve in pubblico, cantando al funerale del mentore e amico. In seguito, pur se non con l’assiduità di un tempo, tornò ad esibirsi nei teatri europei, risiedendo principalmente a Londra e a Parigi. La sua ultima esibizione ufficiale ebbe luogo nel 1872, anche se non mancò, in seguito, di cantare qualche volta in ambiti privati o per concerti di beneficenza. Marietta Alboni morì a 68 anni a Ville-d’Avray, vicino a Parigi, nella sua villa “La Cenerentola”, e fu sepolta nel cimitero di Père-Lachaise, dove ancora riposa. Col suo testamento, aveva lasciato quasi tutti i suoi averi ai poveri.

Marietta Alboni

La tomba di Marietta Alboni a Parigi

La sua vita e la sua carriera straordinaria, come abbiamo visto, si intrecciarono con quelle di un altro grande musucista “romagnolo”, Gioacchino Rossini, che come Marietta era nato “altrove”, a Pesaro, ma da padre di Lugo di Romagna, città in cui il celebre compositore trascorse poi una parte della propria adolescenza e in cui la famiglia paterna aveva casa e residenza. La fama in vita della Alboni fu tale che con il suo nome venne battezzato un veliero varato in America nel 1852, un ibrido di rosa in Francia (“Madame Alboni”), e persino un tipo di sigaro cubano (“Flor de Alboni”).

Quello su cui vogliamo da ultimo soffermarci, però, visto che abbiamo inserito l’Alboni fra i romagnoli che ebbero un ruolo da protagonisti in America, è il fatto che durante il suo soggiorno e le sue esibizioni statunitensi la cantante influenzasse profondamente il percorso di formazione e la sensibilità di uno dei massimi letterati d’oltreoceano, il grande Walt Whitman, celebre autore del capolavoro Foglie d’erba. Whitman infatti affermò in più occasioni di non essersi perso una sola esibizione newyorchese di Marietta, a cui dedicò la poesia To a certain cantarice (1860) e a cui riconobbe un importante ruolo di ispirazione per altre opere. In un suo scritto collocò «lo spettacolo della Alboni» nella scena dei figli in Norma tra gli episodi straordinari che a volte capitano nella vita e che «segnano in un breve lampo il culmine di anni di letture, viaggi e pensieri» (Seeing Niagara to advantage, in Complete Prose Works, Kila, Kessinger Publishing 2004, pp. 179-180).

Walt Whitman

Entusiastici apprezzamenti nei confronti della Alboni furono espressi, in America, anche da un altro grande letterato dell’epoca, Henry Wadsworth Longfellow, che ebbe modo di ascoltarla a Boston.

PER APPROFONDIRE

Arthur Pougin, Marietta Alboni, Plon-Nourrit & Cie., Paris 1912; edizione italiana con aggiunte di Lelio Burgini al testo originale: Il Ponte Vecchio, Cesena 2001.

Franco Dell’Amore, Il contralto Marietta Alboni in America (7 giugno 1852 – 1° giugno 1853), in Le vite del cesenati, VII, a cura di P.G. Fabbri e A. Gagliardo, Stilgraf, Cesena 2013, pp. 128-172.

Lelio Burgini, Un mito tra America ed Europa. Appartiene radicalmente alla Romagna una tra le più celebri cantanti liriche della storia, in Cesena di una volta (on-line): https://cesenadiunavolta.it/marietta-alboni-un-mito-america-ed-europa/

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