ROMAGNA E ROMAGNOLI NEL MONDO / 18 / Giuseppe Antonio e Teresa Bagioli, dalla musica a Lincoln, dalle cronache rosa alla cronaca nera

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Nel numero 16 della nostra rubrica, pubblicato due settimane fa, abbiamo trattato del celebre contralto romagnolo Marietta Alboni, che ebbe fama in tutto il mondo e che per un anno condusse una trionfale tournée negli Stati Uniti, affascinando personaggi quali Walt Whitman e Henry Wadsworth Longfellow; e abbiamo detto che l’Alboni era stata, da adolescente, allieva anche del musicista cesenate Antonio Bagioli, nato nel 1783. Ebbene, costui era omonimo (e spesso i due sono stati confusi, creando errori di informazione storico-biografica) di un altro Bagioli anch’egli cesenate, Giuseppe Antonio, che trascorse molti anni in America, dove morì nel 1871 e dove intrecciò i destini della propria famiglia con quelli di grandi personaggi e vicende della storia americana. È a quest’ultimo e a sua figlia Teresa che dedichiamo questa puntata.

Giuseppe Antonio Bagioli, nato il 17 novembre del 1795, fu allievo prima a Bologna di padre Stanislao Mattei, poi studente al Conservatorio di Napoli. Gli si devono melodrammi che vennero rappresentati tra l’altro a Cesena, a Napoli e a Bologna. Ciò gli procurò una certa notorietà. Chiamato nel 1829 a ricoprire l’incarico di maestro di cappella del duomo e del teatro di Ferrara, rimase nella città emiliana per qualche tempo, poi nel 1832 venne assunto, con un contratto triennale, dalla prima Compagnia d’Opera Italiana arrivata oltreoceano. Si trasferisce dunque negli Stati Uniti e precisamente a New York, dove viene accolto da Lorenzo Da Ponte, noto librettista di Mozart, il quale, ormai ultraottantenne, vuole introdurre nel Nuovo Mondo la nostra opera. Bagioli, come maestro di cembalo, entra così a far parte della compagnia d’opera Giacomo Montresor Troupe, che si esibisce non solo a New York, ma anche in altre città.

Giuseppe Antonio Bagioli

American Standard”, opera composta da Giuseppe Antonio Bagioli (librettista: George Morris), pubblicata nel 1864

Non passa molto tempo che la Compagnia, soprattutto a causa di errori gestionali, va in crisi economica e deve spostarsi a L’Avana, Cuba. Bagioli però non la segue, scegliendo di rimanere a New York dove comincia a insegnare musica e canto, divenendo in breve uno dei più noti e apprezzati maestri della città. Continua a frequentare la casa di Lorenzo Del Ponte e ne corteggia la figlia adottiva Maria Cooke, che sposa quando lei è appena sedicenne. Nel 1836 alla coppia nasce una figlia, Teresa: ed è soprattutto lei che legherà – in modo controverso e drammatico – la propria esistenza a quella di personaggi di assoluto rilievo della società statunitense dell’epoca.

Giuseppe Antonio Bagioli

Ritratti di Teresa Bagioli

Teresa Bagioli, descritta come giovane bella, intelligente, elegante e istruita (parlava cinque lingue) infatti inizia, quando è appena quindicenne, una relazione con il politico trentatreenne Daniel Sickles; rimane presto incinta e, nonostante la contrarietà dei genitori, nel 1852 lo sposa con rito civile. A quel punto Giuseppe Antonio Bagioli e la moglie Maria accettano il fatto compiuto, e Teresa e Daniel celebrano pochi mesi dopo anche il matrimonio con rito religioso, officiato dall’arcivescovo cattolico di New York, John Hughes. I due coniugi, insieme alla figlia Laura nata nel frattempo, nel 1856 si trasferiscono a Washington, perché Daniel è stato eletto senatore al Congresso.

Daniel Sickles

Daniel Sickles

Nella capitale la coppia frequenta l’alta società, partecipa a feste e ritrovi e stringe amicizia con personaggi di primo piano, quali il futuro presidente Lincoln e la di lui moglie Mary Todd, che per Teresa nutre sincero affetto. Della cerchia di amici fa parte anche Phillip Barton Key, trentottenne procuratore distrettuale, figlio di Francis Scott Key, l’autore dell’inno nazionale statunitense. Sarà proprio con quest’uomo affascinante che la giovane Teresa, profondamente delusa dal marito Daniel (che ben presto si è dimostrato infedele, irrispettoso e assai poco amorevole nei suoi confronti, tradendola, trascurandola e spesso umiliandola), inizia una relazione e ha incontri clandestini.

Phillip Barton Key

Phillip Barton Key

Daniel Sickles viene a conoscenza della cosa attraverso una lettera anonima, ma Teresa in un primo tempo nega; poi, messa alle strette, confessa addirittura per iscritto. È allora che si scatena la tragedia: Sickles, il 27 febbraio del 1859, attende in Lafayette Square, a poca distanza dalla Casa Bianca, l’amante della moglie e lo uccide. Il caso di cronaca ovviamente fa scalpore e riempie le prime pagine dei giornali americani. L’omicida viene arrestato, ma amicizie, denaro e potere sono probabilmente determinanti nell’occasione, così l’uomo in tribunale viene giudicato non punibile perché, nel momento del gesto criminoso, ritenuto momentaneamente incapace di intendere e di volere.

Omicidio di Barton Key
Processo

L’omicidio di Phillip Key a opera di Daniel Sickles in una stampa dell’epoca; il processo a Daniel Sickles sempre in una stampa dell’epoca

L’America, all’epoca ancora largamente bigotta e puritana, prende in maggioranza le parti dell’omicida e sostiene che la colpevole di tutto è l’adultera Teresa, che non merita perdono. La giovane, tornata a New York, vi morirà di tubercolosi a 31 anni, nel 1867. Suo padre Giuseppe Antonio, da cui siamo partiti, la seguirà pochi anni dopo, morendo nel 1871.

Tomba di Teresa

La tomba di Teresa Bagioli a New York

Successivamente Daniel Sickles, il marito omicida, diventerà generale unionista e sarà uno dei protagonisti di primo piano della Guerra Civile americana, annoverato fra gli eroi della celebre battaglia di Gettysburg, dove resterà ferito e dovrà essergli amputata una gamba (le ossa spezzate del suo arto e la palla di cannone che lo colpì sono ancora esposte in un museo). Muore novantaquattrenne nel 1914, viene sepolto con tutti gli onori nel cimitero di Arlington e in seguito la sua figura verrà ricordata in numerosi romanzi e film.

Daniel Sickles
Daniel Sickles

Guerra Civile americana, Daniel Sickles fra alcuni commilitoni; le ossa della gamba amputata di Daniel Sickles e la palla di cannone che la colpì esposte in un museo americano

 Anche la fama di Teresa Bagioli Sickles resiste, ma declinata morbosamente in nero: la sua immagine e la sua confessione autografa sono infatti riprodotte in una miriade di curiosi “gadget” come magliette, lenzuola, borse, tazze, biglietti augurali.

PER APPROFONDIRE

James Grant Wilson, John Ficke, (1888). Antonio Bagioli, in Cyclopædia of American Biography di D. Appleton, New York 1888.

Nat BrandtThe Congressman Who Got Away With Murder, University of Syracuse Press, Syracuse (N.Y.) 1991.

Franco Dell’AmoreGiuseppe Antonio Bagioli, in Le vite dei cesenati, vol. I, a cura di C. Dolcini e P.G. Fabbri, Stilgraf, Cesena 2007, pp. 157-174.

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