Gardin, Vanetti e Galli (Lega Nord) attaccano il Governo sulla gestione immigrati

"Prefetti lasciati soli a recitare la parte dei cattivi, ma non si dice la verità sulla salute dei migranti" è la dichiarazione dei tre segretari provinciali di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini

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Tutta la Romagna leghista insorge, contro le politiche, definite dagli esponenti del Carroccio “sconsiderate”, del Governo (in particolare del titolare del Viminale, Angelino Alfano) responsabile di «lasciare soli i prefetti, sul versante dei richiedenti asilo che sbarcano sulle nostre coste, scaricando i costi finanziari e sociali sulle comunità.» A dirlo sono i tre segretari provinciali della Lega Nord, Samantha Gardin (Ravenna), Stefano Vanetti (Forlì-Cesena) e Bruno Galli (Rimini), che prendono spunto da una recente intervista ad un Prefetto del loro territorio.

«Apprendiamo con preoccupazione – dicono dalla Lega – che molti dei migranti irregolari che sbarcano nell’Hub di Bologna non sono in buone condizioni di salute, visto che si parla anche di casi di Tbc. A volte, questi stranieri non rimangono il tempo sufficiente in questo centro per uno screening approfondito, di cui deve farsi carico poi l’Ausl e, in ultima istanza, le comunità. Anche perché, per i casi più gravi (ad esempio, tubercolosi o malaria) devono essere accompagnati a visite mediche anche gli operatori che entrano in contatto con i richiedenti asilo”.
Nei giorni scorsi, Samantha Gardin aveva portato all’attenzione delle Istituzioni anche le condizioni dei locali di via Berlinguer, a Ravenna – dove, sottolinea la Lega Nord in una nota, “stazionavano anche stranieri accampati nel giardino limitrofo, diventato una specie di “latrina” a cielo aperto – non idonei a fare transitare i migranti arrivati dall’Hub di Bologna”.
«I Prefetti, in questa situazione, vengono lasciati soli a recitare la parte dei cattivi, mentre il Ministero degli Interni scarica su di loro le responsabilità di una mala-gestione del fenomeno. Da parte nostra – dicono all’unisono Gardin, Vanetti e Galli – rilanciamo le proposte avanzate dalle Regioni Veneto, Lombardia e Liguria, che partono dalla necessità di istituire nei paesi di partenza dei centri di prima accoglienza, di servirsi della Protezione civile per i casi di emergenza e stipulare accordi per i rimpatri con i paesi di origine dei flussi. Facendo una distinzione netta tra chi ha diritto d’asilo (meno del 10%; ndr) e migranti economici, che non hanno titolo di rimanere. Reintroducendo, quando la guida politica del Paese cambierà, il reato di immigrazione clandestina”.

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