Rimini, Hotel sequestrati: il gestore era legato alla mafia

L'uomo, un 36enne di origine campana era sotto sorveglianza speciale, era in contatto con esponenti della mafia calabrese con cui intratteneva affari

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Durante la conferenza stampa di ieri, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Rimini, autori del blitz effettuato di lunedì mattina (12 settembre) che ha portato al sequestro degli hotel Austria e Corona di Rivazzurra, hanno fatto il punto sull’operazione. Un sequestro che, in base al nuovo codice antimafia, è stato esteso a cinque conti correnti, due depositi a risparmio, quattro carte di credito e a due motoveicoli, tutti riconducibili ad un 36enne di origine campana, già pregiudicato, già affidato in prova ai servizi sociali e, attualmente, sotto sorveglianza speciale. 

Secondo quanto riferito dai carabinieri, durante la lunga attività d’indagine – iniziata nel maggio del 2014 – è risultato essere in contatto con alcune persone pregiudicate per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis c. p.) e con un altro individuo coinvolto nelle indagini della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Catanzaro sfociate nell’operazione “Dirty Soccer“, contro il calcioscommesse che ha fatto emergere la presenza di organizzazioni, legate alla ‘ndrangheta, impegnate nella combine delle partite di calcio.

 

La notevole discrepanza tra il reddito dichiarato, quasi da nullatenente, e il tenore di vita effettivo ha portato all’apertura dell’idagine da cui è emerso che 36enne, aveva gestito – attraverso una società – ben 5 strutture alberghiere. Nel corso del tempo, dopo essersi liberato di 3 delle cinque strutture, è disfatto anche della società (ponendola in liquidazione) e, pur rimanendo il gestore di fatto dei due alberghi rimasti (Austria e Corona di Rivazzurra), ne ha posto la proprietà in capo a due persone diverse, sicuramente dei prestanome.

 

Durante il blitz dei Carabinieri agli hotel sequestrati, i NAS (Nucleo Antisofisticazioni e Sanità) di Bologna hanno effettuato accertamenti che hanno portato a multe per circa 3000 euro emtre il Nucleo presso l’Ispettorato del Lavoro ha accertato la posizione contrattuale dei dipendenti che continueranno a prestare la loro opera nei due alberghi sotto sequestri che saranno gestiti da un amministratore nominato dal Tribunale.

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