GdF Rimini, reati contro la pubblica amministrazione: ai domiciliari il sindaco di Morciano

Le indagini sono partite per l'esposto presentato da un comitato di commercianti di Morciano che lamentava poca trasparenza nei rapporti tra esponenti di vertice dell'Amministrazione locale ed una società che aveva ottenuto le autorizzazioni per la riqualificazione dell'area "Ex pastificio Ghigi"

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All’esito di una complessa attività investigativa, su disposizione della Procura di Rimini, i finanzieri del Comando Provinciale di Rimini hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Rimini nei confronti del sindaco di Morciano di Romagna.

Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Polizia Tributaria di Rimini, hanno preso le mosse dall’esposto presentato da un comitato di commercianti di Morciano che lamentava poca trasparenza nei rapporti tra esponenti di vertice dell’Amministrazione locale ed una società che aveva ottenuto le autorizzazioni per la riqualificazione dell’area “Ex pastificio Ghigi”. Dagli accertamenti è emerso che il Comune di Morciano aveva, per gli anni 2011,2012 e 2013, stipulato con la società un contratto di sponsorizzazione che prevedeva la pubblicizzazione del logo della società sulle brochure relative alle edizione per quegli anni della famosa “Fiera di San Gregorio” per un ammontare complessivo di euro 396.000. In realtà il contratto si è rivelato falso e utile solo ad ottenere la benevolenza di quella parte della popolazione che vedeva la costruzione del nuovo centro commerciale come un duro colpo all’economia locale fatta di piccoli artigiani e commercianti.

L’entratura, come è stata definita dagli indagati nelle conversazioni intercettate dagli investigatori non è stata mai pagata ma è stata appostata nei bilanci del Comune relativi a quegli anni sotto forma di “residuo attivo”. In tal modo il Comune ha potuto aggirare il vincolo di spesa in proporzione alle entrate eludendo la norma specifica del “Patto di Stabilità” in violazione dei principi contabili di veridicità e di pareggio finanziario prescritto dal Testo Unico degli Enti Locali.

Giuridicamente tali condotte sono state qualificate come indebitamente persuasive ed induttive a sottoscrivere il falso contratto di sponsorizzazione posta in essere dagli amministratori locali nei confronti del privato che ha aderito perseguendo il “miraggio” di sconti e vantaggi nelle pratiche edilizie in corso confidando nel fatto che nulla sarebbe stato preteso dal Comune o che il debito sarebbe stato compensato con riduzioni nel calcolo degli oneri di costruzione per l’approvato progetto edilizio. Circostanza, questa, non verificatasi tanto che sono in corso controversie sul punto. All’esito delle indagini sono state deferite all’Autorità Giudiziaria per i reati di indebita induzione a dare e promettere utilità, il sindaco ed altri due pubblici ufficiali. Gli stessi dovranno anche rispondere del reato di falso unitamente ad altri sette pubblici ufficiali.

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