Weekend caldo per la Polizia di Rimini: tre arresti e centinaia gli identificati

Un 34enne macedone è stato tratto in arresto per atti persecutori, lesioni e minacce aggravate; un albanese 30enne, irregolare sul territorio nazionale, per falsa attestazione sulla propria generalità e un tunisino 48enne per furto in abitazione

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Si sono conclusi nella mattinata odierna i controlli predisposti dalla Polizia di Stato di Rimini per il fine settimana appena trascorso e che ha portato all’arresto di tre persone. Particolare impulso è stato dato alle attività di controllo del territorio, con l’impiego di decine di persone dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e della Squadra Mobile: sono stati infatti ulteriormente intensificati i controlli finalizzati a prevenire e a contrastare il degrado urbano, a verificare l’osservanza da parte di cittadini stranieri del rispetto della vigente normativa inerente l’ingresso e la permanenza sul territorio nazionale, i reati contro la persona ed il patrimonio, nonché lo spaccio di sostanze stupefacenti. 

Le aree interessate dai controlli sono state quelle dalle quali erano giunte nei giorni scorsi alcune segnalazioni relative alla presenza di persone sospette e quelle che, da un’analisi dei dati raccolti, sono quelle per le quali si è ritenuto di effettuare ulteriori “approfondimenti”. I risultati non sono mancati: nelle ultime 24 ore, infatti, sono stati 3 gli arresti effettuati.

NEL DETTAGLIO

Nel primo pomeriggio di sabato, un equipaggio delle Volanti impegnata nei servizi di controllo del territorio, è intervenuta in via Duca degli Abruzzi, a Rimini, per quella che sembrava una “semplice” lite in strada: sul posto gli operatori sono stati subito raggiunti da una 32enne e da un 42enne, i quali hanno dichiarato di essere stati aggrediti da un altro uomo, e che questi era anche armato di coltello: si tratta di un cittadino macedone 34enne (il quale si presentava agli operatori con una mano insanguinata). Gli operatori, a quel punto, per l’incolumità dei presenti, hanno effettuato una perquisizione personale ritrovando un coltello multiuso e hanno condotto tutti e tre presso gli Uffici della Questura, al fine di chiarire le posizioni e le relative responsabilità.

L’intervento del personale specializzato della Squadra Mobile ha consentito di chiarire la situazioni e di accertare che dietro una “semplice” lite in strada c’era ben altro: una storia di atti persecutori nei confronti della donna. La donna ha infatti raccontato di aver intrapreso nel maggio 2016 una relazione sentimentale con quell’uomo, pur sapendo che questi era sposato e padre di due figli. Fin da subito il cittadino macedone si è palesato follemente geloso, manifestando i suoi timori con violenza nei confronti della donna. Dopo un paio di mesi di violenze sia fisiche che psichiche la donna ha quindi deciso di interrompere il rapporto, ma l’uomo, non accettando la situazione, ha iniziato a pedinarla e a chiamarla insistentemente a tutte le ore del giorno e della notte, presentandosi in svariate occasioni sia sotto la sua abitazione casa che sul posto di lavoro dove in un’occasione, dopo averla insultata pesantemente l’ha percossa davanti a clienti e collaboratori.

La donna ha raccontato inoltre svariati e specifici episodi di violenze subite, dichiarando di essere arrivata al punto, spaventata e minacciata, di decidere di vivere in mezzo alla strada pur di evitare ogni contatto con il quell’uomo violento. Nel primo pomeriggio di sabato l’ultimo episodio. Uscita da un bar nei pressi della stazione si è diretta con il bus in via Duca degli Abruzzi dove ad attenderla vi era un suo amico. Mentre i due camminavano lungo la via la donna si è sentita afferrare per un braccio e, voltatasi, ha visto il macedone che ha subito estratto da una tasca un coltello. L’amico ha tentato di difendere la donna dall’aggressore, ricevendo minacce e due pugni in pieno viso che lo hanno fatto cadere a terra.

Approfittando di un attimo di distrazione, i due amici sono riusciti a fuggire lungo a via chiedendo l’immediato intervento della Polizia che è giunta sul posto un paio di minuti dopo. Sulla base delle dichiarazioni della donna, il macedone – già noto alle forze di polizia per essere stato denunciato per fatti analoghi commessi nei confronti della moglie – è stato tratto in arresto per atti persecutori, lesioni e minacce aggravate, reato per il quale è stato associato presso la locale casa circondariale.

Nella serata di sabato, in via Regina Elena i poliziotti impegnati hanno proceduto a controllare per strada un passante che ha subito mostrato alcuni segnali di nervosismo alla vista dei poliziotti. L’uomo, un cittadino albanese, era privo di documenti e, alle domande degli agenti, ha declinato le generalità di un amico in regola sul territorio italiano. Il tentativo di sottrarsi ai controlli di polizia non è servito. Essendo privo di documenti e avendo notato delle esitazioni, i polizotti hanno infatti deciso di accompagnare l’uomo per l’identificazione presso gli Uffici della Questura.

Gli accertamenti effettuati dal personale della Polizia Scientifica ha subito permesso di accertare che il 30enne è irregolare, per violazione delle disposizioni che regolano l’ingresso e la permanenza sul territorio nazionale ed essendo già destinatario di un precedente provvedimento di espulsione. L’uomo è stato quindi arrestato per falsa attestazione sulla propria generalità, reato per il quale sarà processato in mattinata, e denunciato per violazione delle disposizioni in materia di immigrazione.

L’ultimo arresto risale invece a ieri sera. Erano da poco passate le 21 quando un equipaggio delle Volanti impiegato nei servizi di contrasto ai reati predatori ha arrestato in flagranza un 48enne per un furto in abitazione commesso qualche minuto prima in Borgo San Giuliano. Gli agenti, infatti, dopo aver sentito la nota radio di ricerche diramata dalla Sala Operativa della Questura di Rimini (che ha fatto convergere in zona tutti gli equipaggi sul territorio), in merito alla descrizione dell’uomo che pochi minuti prima si era reso responsabile del furto, hanno iniziato a perlustrare la zona interessata riuscendo dopo pochi minuti a intercettare il malfattore in via Briolini/Nicolini, mentre cercava di guadagnare la fuga a bordo della sua bicicletta.

Sul portapacchi della bici c’era il bottino: l’uomo aveva infatti rubato 1 trapano, 1 seghetto, 2 saldatori e 1 flessibile angolare, materiale riconosciuto dal legittimo proprietario a cui è stato subito restituito. L’uomo, un tunisino, è stato condotto presso gli Uffici della Questura dove è stato arrestato.

Nel corso dei servizi sono stati inoltre identificate centinaia di persone e, presso i numerosi posti di controllo disposti lungo le principali strade utilizzate dai malfattori per la fuga, sono stati controllati 86 veicoli (ed elevato 42 verbali per violazione delle disposizioni del codice della strada). I servizi in questione proseguiranno anche durante le prossime settimane, anche con l’ausilio dei cani antidroga della Polizia di Stato, e riguarderanno parchi cittadini, aree verdi e zone considerate “strategiche” dai malfattori.

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