Rimini: aggressore razzista potrebbe tornare in libertà dopo 6 mesi di carcere

Come cita una nota Ansa, l’uomo infamò e accoltellò un nigeriano il 22 marzo scorso a Marina Centro

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Come si legge in un comunicato Ansa, potrebbe tornare in libertà dopo 6 mesi di carcere l’autore dell’aggressione a sfondo razzista, avvenuta il 22 marzo scorso a Marina Centro, perché secondo la consulenza tecnica del gip del Tribunale di Rimini, affidata allo psichiatra Renato Ariatti, sarebbe incapace di intendere e volere anche se socialmente pericoloso. 

 

Gli aveva urlato contro insulti razzisti, poi aveva picchiato e accoltellato Emmanuel Nnumani, 25enne nigeriano richiedente asilo aggredito davanti ad un supermercato. Valerio Amato, 30enne riminese, aveva anche tentato di investire il nigeriano con l’auto prima di essere arrestato dalla polizia di Stato su ordine del sostituto procuratore Davide Ercolani.

 

La Procura – continua il comunicato Ansa – ne dovrà ora disporre la scarcerazione, ma il pm Davide Ercolani presenterà al gip la richiesta d’urgenza di misura di sicurezza e di ricovero in una struttura specializzata. Il gip del Tribunale di Rimini, Fiorella Casadei, lo scorso 20 giugno in incidente probatorio, aveva accolto la richiesta dei difensori e aveva disposto una consulenza tecnica d’ufficio affidandola al medico di Bologna. Secondo lo specialista, Amato (la consulenza è stata depositata lo scorso 17 agosto) all’epoca dei fatti “era in una fase di scompenso psicotico” che ne avrebbe inficiato la capacità di intendere e di volere ma resta “socialmente pericoloso”. Ecco perché la Procura chiederà una misura di sicurezza. Dalla sera dell’aggressione immotivata davanti ad un supermercato, il nigeriano era rimasto ricoverato al reparto di rianimazione dell’ospedale Infermi di Rimini per diversi giorni ed era stato considerato fuori pericolo solo dopo l’intervento e una prima riabilitazione. “Un piccolo miracolo”, era stato definito dai medici dell’Infermi. Al nigeriano, per potersi curare in Italia, il questore Maurizio Improta aveva rilasciato un permesso di soggiorno di sei mesi per motivi umanitari.

 

A Nnumani infine – conclude il comunicato Ansa – era stata portata dallo stesso sindaco Andrea Gnassi la vicinanza e l’incoraggiamento della città e il Comune aveva manifestato la volontà di costituirsi parte civile in un eventuale processo nei confronti dell’aggressore.

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