Criminalità: Rimini seconda città in Italia per incidenza dei reati nel 2016

I dati pubblicati dal Sole 24 Ore, forniti dal dipartimento per la Pubblica sicurezza del ministero dell'Interno, sulla base dei delitti denunciati lo scorso anno

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Rimini è la seconda città italiana dove si registra la maggior incidenza di reati ogni centomila abitanti, ovvero 7.203 all’anno (-7,17%), dopo Milano (7.375, -3,11%). Al terzo posto c’è Bologna, con 6.641 (-7,96%). La media nazionale, invece, si piazza a 4.105. Sono i dati pubblicati dal Sole 24 Ore e forniti dal dipartimento per la Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, riferiti ai delitti denunciati nel 2016. 

Il calo più marcato si registra invece a Ravenna, dove i reati rilevati ogni centomila abitanti (4.853) sono scesi del 18,27% nell’ultimo anno.

In Italia – spiega il Sole – ogni giorno vengono commessi quasi 7.000 reati, circa 284 ogni ora, un dato in calo del 7,4% su base annua, che consolida le flessioni già registrate nei due anni precedenti. Il generale arretramento riguarda quasi tutte le tipologie di illeciti – scippi, borseggi, effrazioni – ad eccezione delle truffe e delle frodi informatiche, che crescono del 4,5%, e dei casi di usura: +9% le denunce a livello nazionale. 

 

GNASSI: “NUMERI IN CALO, SERVONO NUOVA SEDE QUESTURA E PIU’ AGENTI”

Secondo il sindaco Andrea Gnassi – anche presidente della Provincia – il dato va edulcorato con le presenze di turisti. Senza dimenticare, rimarca, che si registra un “sensibile” calo dei fatti criminali rispetto all’anno precedente, del 7,2%, in linea con un trend in costante discesa dal 2014. In tre anni, nella provincia di Rimini, sono stati denunciati 2.480 reati in meno, il 9%, “un dato molto interessante”. Secondo le diverse classifiche del quotidiano economico, Rimini risulta la prima provincia in Italia per furti, 6.871 ogni 100.000 abitanti; nona per estorsioni, circa 25; quinta per rapine, 88,5; prima per furti con destrezza, 1.063; quattordicesima per furti in abitazione, 531; terza per furti in esercizi commerciali, 323,6; nona per scippi, 43. Come spiegato dallo stesso Sole, ragiona il presidente Gnassi, pesa sui numeri “una popolazione di appena 335.000 persone che i flussi turistici portano pero’ alla dimensione di una grande citta’”. 

Ogni anno circa 16 milioni di presenze turistiche, piu’ almeno altrettante di arrivi. Dunque “circa 30 milioni di ‘residenti aggiunti’ che, se spalmati statisticamente lungo l’arco dell’anno, farebbero aumentare il carico demografico provinciale sino a passare la barriera dei 400.000 cittadini”. E scendere il territorio nelle classifiche. Senza dimenticare “una propensione alla denuncia ancora molto alta”. Gnassi sottolinea inoltre come ci sia, “in concomitanza con l’esplodere della crisi economica, un meccanismo di ‘maggiore attrattivita” nei confronti della criminalita’ da parte di quei territori che meglio si difendono dalla difficile congiuntura economica”. Di certo la provincia, prosegue “da 30 anni sta chiedendo il potenziamento permanente degli organici di polizia e la ‘promozione’ della sua Questura, in virtu’ della particolarita’ di questo territorio, storicamente molto piu’ esposto di altri, specie in estate, alle potenziali aggressioni della criminalita’”. Ma “le risposte sono sempre contingenti e mai strutturali”. Il presidente rimarca poi il “contenzioso infinito” sulla nuova sede: “Occorre finalmente che lo Stato guardi a Rimini per quello che fa e che e’ davvero, dotandola delle risorse e degli strumenti necessari a un territorio formato da 25 Comuni, 335.000 residenti effettivi e oltre 400.000 reali tutti i giorni che vengono in terra”. 

GALLI (LEGA NORD): “SCARICABARILE IMBARAZZANTE”

La Lega nord punta invece il dito proprio contro il sindaco e presidente della provincia Andrea Gnassi che, “piuttosto che farsi dell’autocritica da’ la colpa ai turisti”. “Oltre al primato per furti complessivi, Rimini risulta la nona provincia in Italia per estorsioni, circa 25; quinta per rapine, 88,5 e ancora prima per furti con destrezza, 1.063″, riporta i dati il segretario provinciale del Carroccio, Bruno Galli. Ribadendo che “Gnassi non sa che pesci pigliare. È un fatto strutturale che la provincia di Rimini ‘accolga’, durante l’anno, centinaia di migliaia di turisti spalmati. Ma ne passa di acqua sotto i ponti ad affermare “che per ‘natura’ il comprensorio di Rimini sia una sorta di paradiso e ricettacolo di malviventi”, “che la sua vocazione turistica sia necessariamente indice di insicurezza”. “E tutte le altre Pprovincie che vivono di turismo?”, si interroga Galli. “Di questi reati- suggerisce il leghista- sarebbe interessante verificarne l’incidenza territoriale e la frequenza mese per mese, per capire se realmente l’ago della bilancia lo facciano i turisti con le loro presenze”. Tuttavia, prosegue, “Gnassi va oltre ogni aspettativa e, nella sua analisi incolpa addirittura i riminesi del fatto che, storicamente, sono piu’ propensi a denunciare”. Per Falli, invece, “il quadro che emerge non ci dice nulla di nuovo ma piuttosto rimarca l’incapacita’ di molte amministrazioni, Riminiin testa, di non saper affrontare e prevenire il problema della criminalita’”. Servono “azioni per migliorare la vivibilita’ del territorio, eliminando degrado, vandalismi, bivacchi, occupazioni di luoghi pubblici, spaccio e coniugando quindi la prevenzione con il controllo dei reati”. 

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