Omicidio Nikolli a Rimini: tre condanne in Corte d’Assise per gli autori della vendetta famigliare

L'elettricista albanese ucciso perché aveva ospitato la nipote in fuga dal marito che la trattava come una schiava: 25 anni a quest'ultimo e a suo padre, 23 anni al fratello

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Tre condanne, emesse dalla Corte d’Assise di Rimini per l’omicidio di Petrit Nikolli, 40enne elettricista di origine albanese, avvenuto la notte del 25 maggio 2016 perché aveva ospitato a Rimini la nipote ventenne fuggita dalla Lombardia e dal marito che la trattava come una schiava. I giurati popolari hanno condannato a 25 anni di carcere, con l’esclusione della premeditazione, il marito Edmond Leci, metalmeccanico albanese di 25 anni, e suo padre Lek Leci, 48 anni. A 23 anni è stato invece condannato il fratello Altin Leci. 

Alle cinque parti civili costituite in giudizio, 300 mila euro di provvisionale. Per i tre albanesi, la scorsa udienza il pubblico ministero Paola Bonetti aveva chiesto l’ergastolo.

Edmond Leci, con il padre Lek e il fratello maggiore Altin, era partito dalla Lombardia per vendicarsi. Dopo l’omicidio i tre erano tornati a Gorgonzola (Milano), dove la squadra mobile li aveva arrestati. A confessare l’omicidio fu però solo il padre Lek.

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