Giordano Sangiorgi, patron del MEI, parla dello stato della musica in Italia e del ruolo dell’Indie

Al Festival di Sanremo il 40% degli artisti proveniva dal segmento "indie" - "Il mercato discografico non è più lo stesso, la musica in Italia ha perso circa l'80% del fatturato nel giro di 15 anni"

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Era il 1995 e a Faenza un gruppo di persone diede vita al “Festival delle autoproduzioni musicali”, divenuto poi Meeting delle Etichette Indipendenti. Con Giordano Sangiorgi, anima, ideatore e fondatore del meeting, ripercorriamo la storia e il progetto che ha permesso alla manifestazione di diventare un vero e proprio punto di riferimento nazionale per la discografia indipendente, e un palco di grande visibilità per gli artisti emergenti.

 

L’INTERVISTA 

Sangiorgi, da cosa nasce l’idea di organizzare la manifestazione?

“Noi avevamo già organizzato nel tempo concerti e festival per rock band emergenti. Sempre più band ci chiedevano di fare un concerto in Romagna per farsi conoscere e per presentare il loro nuovo disco, questo fuori dai circuiti tradizionali della grande discografia. Nel corso di questi concerti ci siamo accorti che c’era un grande movimento di musica indipendente, con radio alternative, etichette indipendenti, un boom di fanzine che seguivano gli artisti. Li abbiamo capito che si poteva creare un punto di riferimento per le etichette e i produttori indipendenti, e così nel 1995 abbiamo dato vita al primo meeting.”

Diamo qualche dato della manifestazione dal suo inizio ai giorni nostri.

“La manifestazione si è evoluta continuamente nel corso degli anni. Siamo passati da 30 espositori nel 1997 ai 300 nel boom della fiera fino a 5 anni fa. Siamo passati da 12 artisti presenti il primo anno a circa 400. Nel corso degli anni abbiamo iniziato a organizzare importanti convegni di rilevanza nazionale, il movimento indie oggi è rappresentato in pieno. Abbiamo creato una grande piattaforma che ha dato spessore a un movimento che sarebbe rimasto frammentato. Tutto questo giova soprattutto ai giovani artisti emergenti, che trovano al Mei spazio per mettersi in mostra, grazie anche al circuito della Rete dei Festival per emergenti.”

Tenendo in considerazione che le “major” investono sempre meno, e il mercato discografico è ai minimi termini, cosa deve fare un giovane artista per emergere e riuscire a vivere di musica?

“L’iter che segue un giovane artista oggi è: autoprodursi il brano, inserirlo su Spotify o altra piattaforma per lo scarico, inserire un video del brano su Youtube e lavorare molto sui social per far conoscere il pezzo e ottenere molte visualizzazioni. Questo è il primo step per mettersi in mostra di fronte alle case discografiche indipendenti, quelle che sono sempre attente alle nuove proposte. Oggi tutta la filiera creativa e produttiva, soprattutto quella emergente, può contare su maggiori diritti d’autore, diritti connessi e copia privata. Stiamo cercando sicuramente di potenziare gli introiti di questi diritti, che unitamente ai “live” e al merchandising, possono permettere a un artista di ricavare una fonte di reddito da questo lavoro.”

Com’è cambiato il mercato discografico con l’avvento delle piattaforme digitali?

“La musica è quella che maggiormente è stata attraversata dall’innovazione tecnologica. Durante il nostro percorso al Mei siamo passati dal cd, vinile e cassetta, all’Mp3, poi sono arrivate le piattaforme digitali come Vitaminic, seguite da iTunes con tutta la sua filiera, poi è arrivato MySpace che ha avuto un grande boom. Si sono poi succeduti Youtube e Spotify che opera in streaming. Di fronte a queste grandi trasformazioni il mercato discografico non è più lo stesso, la musica in Italia ha perso circa l’80% del fatturato nel giro di 15 anni.”

Come operano oggi le “major” rispetto alle “indie”?

“Oggi il mercato nazionale vive sullo scouting delle piccole etichette indipendenti. Basti vedere che al Festival di Sanremo il 40% degli artisti proveniva dal segmento “indie”, i primi due classificati sia fra i big che fra i giovani sono passati prima dal Mei, cosa impensabile fino a 5 anni fa. Le “major” oggi oltre a prodursi i “talent tv”, ritrovandosi poi gli artisti già promozionati dalla televisione a costo zero, acquistano gli artisti emergenti dalla scena indipendente, portando avanti una sorta di collaborazione e non più di competizione come avveniva fino a pochi anni fa.”

I “talent” aiutano o distruggono?

“Per l’interprete il talent è la strada giusta, mentre l’autore che si presenta con la propria musica originale resta schiacciato. I giovani puntano ad arrivare al talent per ottenere visibilità e notorietà, ma se focalizziamo bene sui talent, ci rendiamo conto che in 10 anni circa di attività, e considerando circa 4 programmi televisivi, dai talent sono stati lanciati 6 – 7 artisti, che sono veramente pochi, senza considerare tutti quelli che sono stati esclusi dalle varie selezioni, dove vi erano sicuramente anche artisti di qualità.”

Qual è la differenza fra Siae e Nuova Imaie?

“La Siae si occupa di distribuire i soldi per gli autori di testi e musiche e per gli editori, in più raccoglie anche i soldi per le copie private e li distribuisce ai produttori fonografici. Invece Nuova Imaie raccoglie i diritti connessi per i musicisti che suonano nelle produzioni discografiche e anche nei concerti dal vivo. Sono due mercati diversi con diritti ben distinti. C’è comunque in corso una fase di transizione per quanto concerne il diritto d’autore, che fa seguito anche alla direttiva “Barnier” della Comunità Europea, che dovrà trovare nel tempo una giusta collocazione per tutti i soggetti che vi appartengono.”

In tutto questo Audiocoop che funzione svolge?

“Abbiamo creato Audiocoop per dare voce istituzionale al movimento indipendente, e tutelare i diritti della copia privata alle piccolissime etichette. Ci siamo resi conto che mancava un’associazione che potesse tutelare e raccogliere i diritti dei piccoli produttori, senza questa nostra associazione quei diritti andrebbero altresì persi. E’ un ruolo importante, perchè le autoproduzioni con il passare del tempo saranno sempre di più, lo scorso anno abbiamo “paternizzato” 180 nuovi marchi, mentre nel 2016 sono entrati sul mercato circa 8.000 nuovi poduttori. C’è un giro economico molto minore ma più frammentato, quindici anni fa i marchi erano circa 1.000 di cui 600 attivi a tempo pieno.”

Quali novità sono in cantiere per il prossimo Mei di settembre?

“Per quanto riguarda gli artisti che vi prenderanno parte è ancora presto per fare dei nomi. Confermiamo le attività che nella scorsa edizione ci hanno dato grande soddisfazione. Il Premio dei premi al Teatro Masini è stato confermato, così come anche il Forum sul giornalismo musicale, unico in Italia, che suscita sempre grande interesse. Cercheremo i mantenere come sempre lo scouting verso i giovani e anche la radice nella tradizione della musica indipendente. Stiamo lavorando su due momenti in particolare, uno sui 40 anni di “Pigro” di Ivan Graziani, l’antesisgnano che ha fatto entrare il rock italiano nel pop, e il secondo momento sarà dedicato ai 20 anni della scena indipendente attraverso il disco di Ermanno Mauro Giovanardi che ne traccia il percorso fino ad oggi.”

Questo weekend presso la Fiera di Cesena si tiene “Sono Romagnolo” manifestazione che mira a promuovere la cultura e l’identità della Romagna, in che modo vi prendete parte voi?

“Sono, con grande orgoglio, il direttore artistico della manifestazione. Noi abbiamo dato il nostro contributo artistico e ricorderemo i 90 anni di musica di Secondo Casadei con Moreno il biondo e Fiorenzo Tassinari. Nel 1928 Casadei fece la sua prima uscità con un’orchestra molto innovativa, con batteria, banjio e altri strumenti non classici, che destò inizialmente anche qualche perplessità. Ci saranno anche i Musicanti di San Crispino, giovane band che rinnova la tradizione romagnola in modo unico e originale, con uno sguardo anche al presente e al futuro. Ci sarà anche il Premio “Romagnolo dell’Anno” che domenica 25 febbraio verrà assegnato a Paolo Cevoli”.

 

Gianni Zampaglione

 

Nella foto Boeri al MEI insieme a Sangiorgi e al Vice Sindaco di Faenza Isola

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