Nomadi. Stop all’insediamento di via Islanda a Rimini: sei famiglie distribuite in 5 microaree

Altre quattro andranno in alloggi: 45 giorni per le osservazioni dei cittadini

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Sulla “vergogna” del campo nomadi di via Islanda a Rimini calano i titoli di coda. Dopo mesi e mesi di discussioni e trattative, la giunta municipale trova infatti la quadra per il superamento dell’insediamento. Sei famiglie riminesi di etnia Sinti saranno distribuite sul territorio comunale in cinque microaree per un totale di 32 persone. Sono in via Cupa, via Feleto, via della Lontra, via Montepulciano e via Orsoleto: ospiteranno da due a un massimo di quattro moduli abitativi, “case mobili” come quelle abitualmente utilizzate nei campeggi, di circa 25 metri quadrati. 

“Soluzioni molto contenute sia nei costi, sia nell’impatto territoriale”, sottolinea il Comune. E’ anche prevista una serie di obblighi contrattuali, a partire dalla frequenza della scuola dell’obbligo per i figli.

Dunque, ricostruiscono da Palazzo Garampi, dopo la relazione dell’Ausl Romagna e l’adesione al progetto regionale di integrazione di sei nuclei familiari in linea con la legge europea sulla tutela e l’inclusione delle popolazioni sinti e rom, ora “una soluzione tecnica, aperta per 45 giorni alle osservazioni dei cittadini, con la indicazione di un ‘contratto’ che indica diritti e doveri degli interessati”.

Cosi’ e’ stato realizzato un censimento dell’insediamento di via Islanda, per avere un “quadro preciso e completo” delle presenza di nuclei e famiglie riminesi di etnia Sinti: 11 quelli rilevati, per un totale di 45 persone, tra cui 13 minori, tre anziani e sei con problemi di salute e disabilita’. I nuclei di etnia Sinti che rientrano nel programma sono 10, in quanto due nuclei hanno manifestato la volonta’ di unirsi per legami di parentela. 

Quattro accederanno a soluzioni abitative convenzionali, secondo quanto prevedono i regolamenti comunali, mentre sei saranno distribuite in maniera proporzionata sul territorio comunale attraverso l’individuazione di cinque microaree famigliari. Per arrivarci si e’ partiti da una rosa di oltre 50 via via scremata fino a cinque. Il contratto di locazione che leghera’ l’amministrazione ai nuclei famigliari prevede, oltre al pagamento di un canone mensile, un complesso di “rigorosi obblighi”, pena la risoluzione. Non potranno ad esempio essere realizzati ampliamenti e pertinenze; le aree esterne dovranno essere mantenute pulite; il capofamiglia individuato come responsabile dovra’ comunicare eventuali ospiti o l’ampliamento del nucleo famigliare per la nascita di figli o matrimoni e chiedere preventivamente l’autorizzazione. Un incaricato comunale periodicamente si occupera’ di verificare la corretta gestione delle aree e ogni intervento del programma sara’ supportato da un percorso di accompagnamento individualizzato. Saranno organizzati nel prossimo mese e mezzo sul territorio almeno due incontri di illustrazione del programma alla cittadinanza. 

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