Violenza sulle donne. ‘Questo non è amore’: le iniziative della Polizia di Stato di Rimini

Più informazioni su

Da sempre la Polizia di Stato è impegnata nel contrasto e nella prevenzione di inammissibili aggressioni fisiche, morali, psicologiche, economiche, sessuali e persecutorie che invalidano l’esistenza delle vittime.

La Polizia di Stato ha deciso di compiere un ulteriore passo di avvicinamento nei confronti delle vittime di questi reati: l’avviato progetto “…Questo non è amore” ha infatti come finalità la creazione di un contatto diretto tra le donne ed un’equipe di operatori specializzati pronti a raccogliere le testimonianze dirette di chi, spesso, ha paura di denunciare o di varcare la soglia di un ufficio di polizia.

Per fornire un rigoroso impulso all’azione di prevenzione del reato, favorendo una migliore conoscenza di un fenomeno dal numero oscuro e delle sue trasformazioni, la Questura di Rimini, stimolata dal Ministero dell’Interno, sta realizzando una campagna di informazione e sensibilizzazione nei luoghi simbolo della città – parco Fellini, piazza Tre Martiri, Arco d’Augusto, Piazza Ganganelli di Santarcangelo in occasione della festa del S. Patrono -, con il prezioso contributo del personale dell’Assessorato Pari Opportunità del Comune di Rimini e dei locali centri antiviolenza.

L’iniziativa si sviluppa con il supporto di una postazione mobile della Polizia di Stato (gazebo) e prevede il contatto diretto sia con le potenziali vittime alle quali verrà offerto il sostegno dell’equipe istituzionale multidisciplinare composta da personale della Divisione Polizia Anticrimine, Squadra mobile e del Medico della Polizia di Stato, sia con la generalità della cittadinanza per discutere delle caratteristiche e peculiarità del fenomeno, anche con l’ausilio di filmati e distribuzione propagandistica di brochure predisposte per l’occasione della Polizia di Stato. Dopo l’importante riscontro in termini di pubblico che hanno riscosso le precedenti iniziative organizzate fino a oggi, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Polizia di Stato, ha allestito la sua postazione mobile in Piazza Tre Martiri, dove gli esperti della Polizia di Stato e delle locali Associazioni di Volontariato Antiviolenza locali e del Comune di Rimini, potranno illustrare a cittadini e a semplici curiosi i dettagli del progetto (fornendo loro ogni chiarimento e materiale illustrativo video e stampato) o raccogliere denunce o segnalazioni di situazioni concrete e reali da approfondire.

Finora sono state migliaia le persone che hanno chiesto informazioni e hanno ritirato gli opuscoli e i pieghevoli predisposti dalla Polizia di Stato: l’attività ha soprattutto consentito di acquisire alcuni preziosi elementi informativi che hanno consentito di adottare provvedimenti di ammonimento nei confronti di due ex coniugi, e di raccogliere una segnalazione che è stata approfondimento da parte degli specialisti della Divisione Anticrimine della Questura di Rimini.

Come ha ricordato il Capo della Polizia, Prefetto Gabrielli in occasione della recente inaugurazione del Villaggio Azzurro “la violenza di genere rimane una dolorosa attualità. La Polizia di Stato vuole continuare ad essere in prima linea perché quel valore di uguaglianza diventi effettivamente autentico e perché ogni episodio di violenza contro una donna è una sconfitta per tutti”. Queste sono alcune parole della prefazione fatta dal capo della Polizia Franco Gabrielli alla pubblicazione di “…questo non è amore 2018” che riporta l’analisi dei fenomeni criminali relativi alla violenza di genere e le iniziative messe in campo dalla Polizia di Stato per combatterli, come ad esempio il Progetto EVA (si tratta di una procedura che codifica le modalità d’intervento nei casi di lite in famiglia e consente di inserire nella banca dati delle forze di polizia una serie di informazioni utili a ricostruire tutti gli episodi di violenza domestica che hanno coinvolto un nucleo famigliare).

La campagna “Questo non è amore” è un’ iniziativa permanente; in questo momento 83 Questure preparano iniziative sulla violenza di genere. In due anni, con il progetto, sono stati avviati 80 mila contatti con le vittime. Il capo della Polizia Franco Gabrielli, parlando dell’attività di prevenzione delle iniziative informati messe in campo per contrastare la violenza di genere, ha ricordato quanto sia importante “la capacità di intercettare i segnali di una violenza che troppo spesso scaturisce in atti lesivi della persona”.

“Emerge, in particolare – riporta la nota della Polizia di Stato -, un aumento dell’incidenza percentuale delle donne vittime, passate dal 68% del gennaio-agosto 2017 al 71% dell’analogo periodo 2018. È interessante riscontrare come il dato relativo ai reati spia mostri un andamento trasversale a tutto il territorio nazionale, a prescindere dai c.d. preconcetti territoriali. È la Sicilia la regione dove l’indice di delitti commessi/denunce alle forze di polizia registra l’incidenza più alta. La lettura complessiva dell’andamento dei reati spia nel quadriennio 2014-2017 e nei primi 8 mesi del 2018 – rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – dopo aver registrato un leggero aumento, si mostra in flessione, soprattutto nei mesi di gennaio–agosto 2018 (comprese le violenze sessuali che nel 2017 avevano fatto registrare l’aumento maggiore, pari al +14%). A fronte di tale flessione, si registra, invece, un considerevole aumento dell’azione di contrasto (denunce e arresti). Particolarmente positivo il contrasto ai maltrattamenti in famiglia, già in aumento del 14% nel biennio precedente e dell’11% nei primi 8 mesi dell’anno in corso. Si può notare, poi, come mentre nel biennio 2016/2017 l’incidenza percentuale degli autori stranieri si attestava intorno al 24 % rispetto agli italiani, nei primi mesi del 2018 si registra un sensibile aumento: la percentuale di stranieri presunti autori dei reati spia sale dal 23% circa al 27%, mentre quella relativa agli italiani passa dal 77% al 73%. Particolare è, invece, la tendenza a delinquere dei cittadini italiani e stranieri in base all’età. Se in media gli stranieri sono considerati autori dei delitti in esame nel 27% circa dei casi, la percentuale sale al 34% se si considerano i soli autori stranieri minori dei 18 anni”. 

 

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di RiminiNotizie, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.