Turismo. Imposta soggiorno 2018: piattaforma Airbnb versa al Comune di Rimini 40.000 euro

L’assessore Brasini: “Un dato incoraggiante verso regole omogenee ed eque”

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Ammonta a poco piu’ di 40.000 euro l’imposta di soggiorno versata per gli ultimi tre trimestri del 2018 al Comune di Rimini da Airbnb. Con la piattaforma che affitta per soggiorni brevi appartamenti in tutto il mondo Palazzo Garampi ha firmato a gennaio 2018, tra i primi enti locali in Italia, un accordo proprio per la riscossione dell’imposta di soggiorno. L’intesa e’ partita ufficialmente il primo aprile. 

I prezzi degli alloggi disponibili sono gia’ comprensivi della tassa, calcolata al 3% del canone corrisposto nel 2018 e al 4% a partire dalle prenotazioni eseguite dal primo gennaio 2019, con il limite massimo previsto per legge di cinque euro a persona per notte di soggiorno.

La somma di 40.119,37 euro versata al Comune fa quindi riferimento ai tre trimestri, da aprile a dicembre 2018, ed è ampiamente in linea con la previsione annuale (40mila euro complessivi).

A fine febbraio 2018 erano 930 gli annunci di Airbnb a Rimini (+21 % rispetto all’anno precedente). Secondo la stima degli uffici, adoggi sono circa trecento le strutture registrate sulla piattaforma tra appartamenti e qualche residence, per un volume di canone di locazione di circa 600mila euro. Si calcola quindi che, in media, un host abbia ricavato 2mila euro nell’arco del trimestre.

Sempre nell’ottica del percorso già avviato con Airbnb, dal 1° agosto il Comune di Rimini, primo Comune in Italia, ha firmato un altro accordo con CaseVacanza.it, piattaforma che fa parte del gruppo Feries s.r.l, leader italiano della ricettività extra-alberghiera online che gestisce anche Agriturismo.it con oltre 100.000 annunci in Italia e in Europa; a Rimini, la piattaforma conta circa 200 annunci.

In questo caso il riversamento dell’imposta riscossa relativamente alle prenotazione effettuate successivamente al 1° agosto e’ di 67 euro, importo ridotto, ma che rientra comunque nell’obiettivo di semplificazione degli adempimenti, sia per i proprietari degli alloggi, sia per i turisti, nonché di rispetto delle regole.

“Pur trattandosi di cifre contenute, rappresentano un dato sicuramente incoraggiante – sottolinea l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini – soprattutto se rapportate all’anno 2017, quando ad esempio nell’intero anno per gli appartamenti turistici sono stati versati 9 mila euro di imposta. Non si possono fare confronti, ma ciò che ci interessa è vedere come si stia andando verso l’obiettivo prefissato e cioè quello di rendere omogeneo il trattamento tra i diversi operatori del settore dell’ospitalità, con regole comuni e certe sia per le strutture tradizionali, sia per i nuovi soggetti sul mercato, sia per i turisti”.

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