Rimini. Si rinnova il Consiglio d’Amministrazione dello IOR. Luca Panzavolta è il nuovo presidentelta

Nei giorni scorsi l’assemblea dei soci dell’Istituto Oncologico Romagnolo ha proceduto all’elezione dei membri del Consiglio d’Amministrazione della principale organizzazione no-profit del territorio: tante le conferme ma anche molte novità, che attengono principalmente alla rappresentanza riminese in seno all’organo direttivo dello IOR.

Sono infatti entrate a farne parte la dottoressa Amalia Maggioli, imprenditrice di successo con il Gruppo Maggioli nel quale riveste il ruolo di Consigliere Delegato Commerciale Marketing, ma anche donna da sempre in ambiti sociali e di solidarietà attiva; la dottoressa Rita Leardini, di Riccione, impegnata nell’azienda di famiglia Leardini Group, player internazionale nel campo alberghiero e della ristorazione; il dott. Paolo Damiani, partner dell’omonimo studio commerciale Damiani-Mancini, stimato professionista e impegnato da anni in ambito associativo.

Insieme alla confermatissima Marina Antonelli, imprenditrice e volontaria IOR di Cattolica, rappresenteranno l’anima riminese della non profit fondata dal professor Amadori: il loro compito sarà quello di farsi portavoce delle esigenze dei malati e dei famigliari che vivono in quella parte del territorio, allo scopo di intensificare l’offerta di servizi gratuiti e migliorare la qualità della presa in carico delle varie Oncologie e strutture ospedaliere presenti.

«Da riminese non posso che essere orgoglioso dell’amicizia che queste rilevanti figure del tessuto imprenditoriale della mia provincia hanno dimostrato nei confronti della nostra realtà no profit – spiega il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – la loro presenza in seno al Consiglio Direttivo sarà fondamentale in quanto si faranno portavoce verso le altre realtà profit del territorio dell’importanza del circolo virtuoso che una sinergia col terzo settore può innescare, garantendo la salute dei cittadini. Insieme ci siamo dati come obiettivo quello di lavorare di concerto alla struttura pubblica per confermare e, se possibile, migliorare il livello della presa in carico del paziente oncologico: il malato romagnolo deve poter accedere ai migliori standard di cura il più possibile vicino a casa e la Romagna dev’essere conosciuta come area d’eccellenza in questo senso, in modo da continuare ad attirare, oltre al turismo classico, anche uno di stampo più sanitario».

Pochi giorni dopo l’insediamento del rinnovato Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto Oncologico Romagnolo, scelto l’11 maggio in Assemblea Soci, si è tenuta la prima seduta dell’organo direttivo, chiamato a nominare il nuovo Presidente della principale organizzazione non-profit del territorio. La scelta è ricaduta all’unanimità su Luca Panzavolta, Amministratore Delegato CIA-Conad: un profilo sicuramente di spicco per un dirigente dalla forte riconoscibilità a livello nazionale.

«Tra le motivazioni della nomina, oltre al lampante spessore della persona e all’assoluta competenza, sicuramente un fattore determinante l’ha giocato la vicinanza che da sempre Luca ha dimostrato per la nostra causa – dichiarano i consiglieri all’unisono – siamo onorati che un profilo così altamente professionale abbia deciso di impegnarsi ancora di più, e in prima persona, nelle attività di lotta contro il cancro che portiamo avanti. Per noi rappresenta sicuramente un attestato di stima verso quanto compiuto in questi anni, mentre per i pazienti e i ricercatori che sosteniamo sarà la garanzia migliore che quanto ottenuto dal 1979 non andrà disperso, ma al contrario vedrà un’implementazione affinché il nostro territorio sia sempre più identificabile come area d’eccellenza nella presa in carico del malato oncologico.”

«Ho accettato la proposta sentendo un forte richiamo morale a questo impegno verso una realtà come l’Istituto Oncologico Romagnolo che conosco e stimo da anni – ha dichiarato a caldo lo stesso Panzavolta – ci aspetta un lavoro di grande responsabilità ma entusiasmante. Tanti sono i progetti che ci ha lasciato in eredità il Prof. Amadori: cercheremo di lavorare con lo stesso amore, la stessa passione ma anche la stessa concretezza che abbiamo potuto ammirare nel tempo vissuto con lui.  “Anima e Coraggio”, per essere sempre vicini a chi soffre e insieme a chi cura».

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