IOR di Rimini. Dal ‘Club Supermarathon’ 3350 euro per la lotta contro il cancro

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Nella giornata di venerdì 16 luglio la nuova sede di Rimini, situata in via Flaminia Conca 73, ha ricevuto una gradita visita: quella di Paolo Gino, Presidente del Club SuperMarathon, team con sede a Rimini nato nel 1996 e riservato ai runner che abbiano disputato nella loro vita almeno 50 tra maratone e ultramaratone. Un gruppo di atleti dalla grande resistenza ma soprattutto dal grande cuore visto che, nonostante la pandemia abbia fatto saltare nell’ultimo anno e mezzo quasi tutti gli eventi in presenza, sono comunque riusciti a portare avanti iniziative volte a sostenere buone cause. Tra queste anche la missione della lotta contro il cancro: la visita del Presidente Paolo Gino è stata infatti l’occasione per una piccola cerimonia di consegna di un assegno pari a 3.350 euro, destinato al sostegno della ricerca scientifica, in particolare ai progetti sull’immunoterapia che vengono portati avanti presso l’IRST IRCCS DI Meldola.

Una scelta, quella di sostenere lo IOR, tutt’altro che casuale: già da alcuni mesi un importante membro del team, Cristiana di Pietrantonio, residente a Rimini, ha deciso di tenere alta questa mission ad ogni manifestazione a cui riesce a partecipare, nonostante l’adenocarcinoma polmonare che l’ha colpita nel 2020. È così che, a dispetto dei cicli di chemioterapia a cui è costretta, la runner ha deciso di prendere parte ultimamente alla 12 ore di Cinisello Balsamo e alla Maratona di San Marino, correndo con una maglietta personalizzata con il logo dell’Istituto Oncologico Romagnolo e la scritta “io corro per i malati di tumore”, una t-shirt che il Club SuperMarathon mette a disposizione di chiunque voglia sostenere questa causa: una delle numerose iniziative che hanno permesso di raggiungere la cifra dell’assegno consegnato nella giornata di oggi.

«Per poter portare avanti la nostra attività occorre molta energia fisica ma soprattutto mentale – ha spiegato il Presidente Paolo Gino nel corso della cerimonia – attraverso la fatica riesci a selezionare, a “drenare” i momenti di difficoltà e impari a mettere i paletti al punto giusto, dando importanza alle cose davvero essenziali. Per questo i nostri atleti sono avvezzi ad accogliere con entusiasmo le proposte di beneficenza, abituati come sono a vedere le cose nella giusta scala d’importanza. Grazie a queste iniziative abbiamo donato oltre 36.000 euro: tra gli enti che abbiamo scelto anche lo IOR per il suo impegno costante verso la ricerca, e per il fatto che molti di noi sono stati colpiti, direttamente o indirettamente, da questa malattia».

Ma perché sostenere gli studi sull’immunoterapia e non i servizi alla persona? Lo spiega la stessa Cristiana in un post su Facebook. «L’immunoterapia è uno dei trattamenti cui mi sto sottoponendo nel mio percorso di cura: si tratta di una strategia che sta portando a grandi miglioramenti nelle prospettive di sopravvivenza dei malati di tumore al polmone. L’IRST è sicuramente uno dei punti di riferimento in Italia per lo studio dell’applicazione di questa nuova categoria di farmaci, che dona ulteriori speranze ai pazienti come me. La mia viene definita malattia cronica, perché comunque è stabile. Per gli oncologi che mi seguono è positivo; per me un po’ meno ovviamente, speravo che tanti cicli di chemioterapia avessero portato a qualche miglioramento. La mia passione è la corsa: per questo ho deciso che alle Maratone a cui partecipo porterò sempre con me anche la causa della ricerca oncologica, sensibilizzando gli altri runners a fare donazioni a favore dell’immunoterapia».

A Paolo, Gino e a Cristiana sono giunti i ringraziamenti del Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi: «Vedere come le persone di buon cuore, che credono fermamente in una causa, trovino sempre il modo di fare la differenza a vantaggio di chi soffre nonostante le difficoltà del periodo e le restrizioni, è davvero molto toccante. Il Club SuperMarathon avrebbe avuto ogni ragione per “abdicare” a questo ruolo sociale che si è dato, nell’attesa che la pandemia allentasse la sua morsa: invece hanno trovato comunque la maniera di fare la differenza, per i malati di cancro ma non solo, organizzando eventi virtuali e mantenendo alta l’attenzione dei suoi iscritti sulle cause che gli stanno più a cuore. Di questo non posso che ringraziarli sentitamente. Per quel che riguarda Cristiana, continueremo a seguirla da vicino per dare la massima risonanza alle sue imprese: riteniamo sia di esempio per i tanti che, oltre a vivere il dramma di una diagnosi di cancro e del suo lungo percorso di guarigione, hanno dovuto aggiungere anche le incertezze di un periodo che li voleva fragili e isolati. Speriamo dia loro la forza di non mollare e di continuare a portare avanti i propri obiettivi e le proprie passioni, nonostante tutto».

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