L’OMC apre le porte della XV edizione. De Pascale: “Ravenna punto di riferimento per innovazione del settore energetico”

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È stata inaugurata questa mattina, martedì 28 settembre, l’edizione 2021 dell’OMC – Med Energy Conference & Exibition, al Pala de Andrè di Ravenna fino al 30 settembre.

La XV edizione si prefigge di discutere delle sfide della transizione energetica a partire dal percorso che l’industria oil& gas ha avviato nell’ultimo decennio verso un energy mix sempre più low carbon, allargando i confini della manifestazione, integrando tutte le forme di energia per mettere in campo strategie e nuovi modelli di sviluppo che puntano a combinare sostenibilità economica con sostenibilità ambientale in ottica di lungo termine.

inaugurazione OMC Ravenna 2021

Il tema dell’edizione individuato è Rethinking Energy together: alliances for a sustainable energy future: ripensare l’energia insieme attraverso sinergie e alleanze che possano garantire un futuro sostenibile e di crescita del settore dell’energia, integrando le competenze, il know how e i contributi delle filiere, per dibattere e trovare insieme percorsi fattibili e concreti che coinvolgano tutti gli attori, operatori energetici e stakeholder, abbracciando tutte le forme di energia, tutte le leve di decarbonizzazione, le fonti rinnovabili e l’economia circolare.

Questo il discorso tenuto dal Sindaco e Presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale, questa mattina all’apertura dei lavori.

Un caloroso benvenuto a tutte le autorità presenti e agli ospiti di OMC per questa rinnovata edizione nella nostra splendida Ravenna.

Ci ritroviamo qui dopo aver attraversato due anni difficili di pandemia, le cui conseguenze hanno messo tutti noi a dura prova, per questo motivo quest’anno mi fa particolarmente piacere fare gli onori di casa di questa edizione tutta nuova di Omc – Med Energy Conference e accogliere tutti e tutte voi nella nostra magnifica città.

inaugurazione OMC Ravenna 2021

La storia di Ravenna inizia nel 27 a.C. quando l’imperatore Augusto la rese, per la sua posizione strategica, una città portuale. Nel V e VI sec. d.C., come capitale dell’Impero Romano, la città divenne un crocevia in cui le culture bizantina e romana si sono mescolate per lasciarci una straordinaria ricchezza artistica, con ben otto monumenti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
A questi si aggiunge un’offerta museale straordinaria, la Biblioteca Classense, dotata di un patrimonio librario tra i più importanti del mondo e siti archeologici di grande rilevanza. Qui potete trovare molte iniziative culturali internazionali, tra queste il celebre Ravenna Festival, una delle più affermate manifestazioni musicali europee e la Trilogia d’Autunno, rassegna di opera lirica.
Ravenna è una città storicamente aperta e vocata all’accoglienza, nel 1318 ospitò il poeta Dante Alighieri esule, fino alla sua morte nel 1321. E questo dunque è l’anno in cui Ravenna celebra il VII centenario della morte del Sommo Poeta, che ritroverete in ogni angolo della città. In particolare vi invito a visitare la Tomba, restaurata proprio in occasione dell’apertura delle celebrazioni alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e davanti alla quale ogni sera alle 18 potrete assistere alla lettura di un canto della Divina commedia nell’ambito dell’iniziativa “L’ora che volge il disìo”, il rinnovato Museo Dante e Casa Dante e la bellissima mostra “Un’epopea pop” in corso ora al Mar-Museo d’Arte della città di Ravenna, che racconta l’epopea popolare di Dante e del suo poema.

inaugurazione OMC Ravenna 2021

La nostra città ha una tradizione di mare e un rapporto con la portualità con radici profonde. Anche nella sua storia recente Ravenna ha creato attorno al mare una parte significativa della propria identità e della propria economia.

Purtroppo oggi il Mediterraneo è ancora luogo dove uomini e donne perdono tragicamente la vita e dove assistiamo ancora a gravi violazioni dei diritti umani. Da Ravenna il messaggio che vogliamo mandare a tutti gli uomini e le donne del Mediterraneo è che questo è un mare che può essere sempre di più luogo di sviluppo, di crescita economica, di lavoro di scambi commerciali, ma anche di tutela dei diritti umani, perché questi due aspetti sono per noi inscindibili.

Come Campus dell’Università di Bologna speriamo che Patrick Zaki torni presto ai suoi studi.

inaugurazione OMC Ravenna 2021

Il porto di Ravenna si configura come uno dei più importanti scali industriali dell’Adriatico. Nell’ambito della rete trans europea dei trasporti (TEN-T network), lo scalo è toccato da due dei nove corridoi totali Mediterranean e Baltic – Adriatic e rientra nella ristretta lista degli 83 “core ports” europei.
Per il nostro porto abbiamo di recente raggiunto una svolta storica con il progetto Hub portuale, che prevede l’approfondimento dei fondali in due fasi: per la prima sono già stati aggiudicati i lavori che partiranno a breve; per la seconda fase abbiamo di recente avuto notizia dell’assegnazione di 165 milioni del Pnrr, destinati all’ulteriore approfondimento dei fondali, un step fondamentale per rendere ancora più competitivo il nostro scalo. Un intervento che abbiamo atteso a lungo e che finalmente potrà realizzarsi, permettendo un rilancio dell’infrastruttura portuale senza precedenti. In tal modo Ravenna avrà l’occasione di non essere più solo un porto d’importazione, ma avrà l’opportunità di affermarsi con un ruolo di primo piano nell’export, permettendo alle imprese locali, di raggiungere nuovi mercati esteri. In questa direzione è stato firmato di recente il protocollo Farm to port tra Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centro-settentrionale, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Coldiretti e Centro servizi ortofrutticoli che avvia la fase operativa per la realizzazione nel porto di Ravenna di una piattaforma logistica per l’agroalimentare a disposizione dei produttori agricoli del centro-nord Italia.

Nei rapporti con Cina, Asia e Medio Oriente e nuova Via della seta lo scalo è pronto ad assumere una centralità strategica e la città ha tutte le caratteristiche per giocare un ruolo da assoluta protagonista nelle relazioni commerciali, industriali e culturali fra Unione europea e far east.

inaugurazione OMC Ravenna 2021

Ravenna possiede altre due grandi vocazioni industriali: la chimica, soprattutto nel campo degli elastomeri e dell’economia circolare e il settore dell’energia, dell’offshore e delle attività marittime.

In questi comparti Ravenna ha davanti la grande sfida per continuare ad essere protagonista assoluta in Europa dell’energia e della nuova chimica, al centro di una transizione energetica ed ecologica che tenga insieme i principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica e porti al raggiungimento degli obiettivi definiti dal nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna, con le forze economiche, sindacali e sociali: neutralità carbonica entro il 2050 e 100% di rinnovabili entro il 2035.

I prossimi anni saranno strategici per i settori della produzione di energia, della chimica e del recupero dei materiali che si troveranno al centro di una vera e propria rivoluzione green.

Ravenna rappresenta già oggi un punto di riferimento per l’innovazione nel settore energetico, ne è dimostrazione proprio questa rinnovata edizione di Omc, che diventa quest’anno Omc – Med Energy Conference, un appuntamento annuale dedicato al dibattito mondiale sulla transizione energetica.

Dunque Ravenna ha davanti l’opportunità di avviare una nuova fase di guida nel settore energetico, soprattutto nella definizione di una strategia energetica nazionale non conservatrice, ma pragmatica, innovativa e nel contempo concreta e realizzabile, verso un futuro in cui l’energia sarà prodotta solo da fonti pulite, continuando a mantenere, nel frattempo, un posto di rilievo nella produzione del mix da fonti energetiche (gas naturale e rinnovabili) per sostenere le filiere tecnologiche e la produzione di beni e servizi ed evitare in questa fase una miope dipendenza da altri paesi. A titolo di esempio, il rapporto del 2019 a cura del Mise, rileva che attualmente importiamo quasi la totalità del gas naturale, pari al 93% del fabbisogno nazionale necessario alla produzione di energia, al funzionamento del trasporto e al riscaldamento delle nostre case. L’inevitabile ricorso all’importazione comporta maggiori costi rispetto all’estrazione in Italia, con un impatto ambientale superiore del 25% per aspetti tecnici e dispersioni.

Di recente associazioni d’impresa e sindacati del territorio hanno lavorato in maniera molto coesa e positiva ad un documento tecnico di osservazioni al Pitesai fatto pervenire al Ministero per la Transizione ecologica.

Lo scetticismo verso il piano che indica le zone dove è possibile estrarre gas rimane alto, Ravenna con la sua esperienza pluridecennale intende continuare a seguire da vicino la determinazione in corso del Pitesai e a farsi portavoce presso il Governo sia della necessità di sburocratizzare i percorsi verso le rinnovabili, ridurre i tempi di attesa per le autorizzazioni di nuovi impianti per produrre energia, dall’eolico al solare, sia per essere realisti rispetto ad una transizione. Nel fare questo è necessario affidarsi a rigorosi criteri scientifici per valutare la sostenibilità ambientale degli interventi futuri e per superare quelle attività, autorizzate in passato, non più sostenibili.

In Emilia-Romagna sono quasi mille le imprese legate all’industria “dell’energia” che occupano più di 10mila addetti e generano un indotto di 100 mila lavoratori. A Ravenna, si concentra il 13% delle aziende e il 29% dell’occupazione regionale del settore.

La comunità emiliano-romagnola, grazie all’esperienza, il know-how, le università e i centri di ricerca (come il nuovo Centro di Ricerca Ambiente Energia e Mare di Marina di Ravenna) è da sempre stata capace di affrontare con un approccio costruttivo e profondamente innovativo il tema dell’energia, coniugando la tutela dell’ambiente marino, della costa, delle attività turistiche con le istanze socio-economico-industriali. Si è distinta in ambito nazionale per i livelli e i ritmi di sviluppo delle energie rinnovabili e idrogeno verde, con particolare riferimento al fotovoltaico, alle biomasse, al biogas e alle sue possibili evoluzioni verso il biometano.

La città è già al lavoro per la riconversione del porto e del distretto industriale affinchè accolgano le attività coerenti con l’economia circolare e le rinnovabili; in parallelo per la realizzazione delle opere di ammodernamento dello scalo in moderno “Green Port”, attraverso investimenti come ad esempio la graduale elettrificazione delle banchine.

Anche il progetto di Eni di realizzare a Ravenna un impianto di CCUS (Carbon dioxide Capture & Utilization or Storage) È da valutarsi positivamente.

Si tratta di un impianto per la cattura, riutilizzo e stoccaggio dell’anidride carbonica che va valutato sicuramente  con rigore, sia dal punto di vista ambientale, economico e occupazionale. Penso che potrebbe aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi “hard-to-abate” e potrebbe essere anche un’ importante opportunità di business per le nostre imprese locali.

Sicuramente di grande interesse per il consolidamento di Ravenna come capitale dell’energia rappresentano le importanti potenzialità del fotovoltaico galleggiante, dell’idrogeno verde da acqua di mare, dell’eolico offshore che trovano concretezza nel progetto AGNES – meritevolmente inserito nel PNRR – e nel relativo piano di conversione di piattaforme estrattive, e rappresentano anche un’importante possibilità di lavoro della qualificata industria offshore ravennate.

Anche la produzione di energia da correnti marine e moto ondoso su cui ENI ha iniziato qui una fase di sperimentazione, rappresenta un’occasione di grande interesse.

È pertanto evidente come la fase di decommissionig offra al nostro territorio scenari importanti e opportunità straordinarie insite nella riconversione delle piattaforme arrivate alla fine del ciclo di vita.

Per il futuro dunque sarà fondamentale aprire un confronto con il Governo, Eni e gli altri grandi gruppi che qui operano per delineare insieme una strategia complessiva che punti a una riconversione del distretto chimico ed energetico nella direzione della sostenibilità ambientale, climatica, economica e sociale, coinvolgendo le competenze del polo energetico e chimico, dell’Università e dei centri di ricerca territoriali che lavorano su materiali ed energie a ridotto impatto ambientale, nonché sul recupero, sul riciclo e sulla nuova vita dei materiali.

Concludendo e salutandovi, vi auguro una meravigliosa permanenza e un’indimenticabile esperienza a Ravenna!

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