40° anniversario dell’uccisione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. L’arma lo ricorda con numerose iniziative

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Nell’ambito delle iniziative per commemorare il 40° anniversario dell’uccisione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha realizzato una locandina che è stata recentemente esposta in luoghi pubblici e sulle carrozze di alcuni treni.

La locandina, oltre al ritratto del Generale, riporta una sua celebre frase che sintetizza il comune sentire etico e deontologico tra gli appartenenti all’Arma: “Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”.

In tal senso, esempio emblematico del pensiero e dei valori dell’uomo e del Carabiniere sono anche alcuni passaggi dei discorsi del Generale Dalla Chiesa fra i quali si evidenziano quello del 2 giugno 1982 laddove, rivolgendosi agli studenti del Liceo Garibaldi di Palermo, ebbe a dire: “… Credo nei giovani e sono venuto qui per dare loro qualcosa: spero di riuscire a creare con questa mia attività per lo meno dei dubbi in coloro che vivono nel marcio, che prosperano sulla corruzione. Io credo ancora che esistano valori, soprattutto perché noi siamo uomini e non numeri. Bisogna respingere qualsiasi forma di corruzione perché è su questa che si alimenta la mafia e il vostro condizionamento. Bisogna fare affidamento esclusivamente sulla propria intelligenza. La mafia è un modo di essere, un modo di pensare che travolge chiunque; noi dobbiamo studiare il modo come combatterla. A me non interessano i prefetti costruiti sui vari metalli, il ferro, l’acciaio. Quello che a me interessa, non sono gli episodi singoli, non mi interessa scoprire chi è l’autore di un omicidio, ma mi interessa scoprire che cosa determina un omicidio: mi interessa il fenomeno.

Non ho preventivato la paura. Nel momento in cui ho fatto certe scelte ho calcolato anche questo rischio. Quello che però cerco di fare è di limitare la paura solo a me stesso, senza trasmetterla ad altri”.

Si segnala inoltre che a livello provinciale sono state già organizzate delle conferenze presso gli istituti scolastici intorno alla figura dell’eroico Generale dell’Arma, con le quali si cercherà di trasmettere ai giovani i valori di fedeltà alle istituzioni, senso del dovere e del sacrificio che ne hanno caratterizzato la figura.

Inoltre le locandine con la storia di Dalla Chiesa saranno esposte anche nei centri commerciali e nelle stazioni ferroviarie del territorio, affinché i valori sopra citati possano essere diffusi a tutti i cittadini e non solo agli studenti.

Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

Figlio d’arte, trascorse buona parte dell’infanzia in terra di Sicilia (il padre Romano, negli anni ’30 prestò servizio in Sicilia quale Comandante della Divisione di Agrigento con il grado di Maggiore, partecipando alle campagne del Prefetto Mori). Nominato Sottotenente di Fanteria nel ruolo del complemento, in data 5 dicembre 1942 transitò con lo stesso grado nell’Arma dei Carabinieri, conseguendo il trasferimento in s.p.e. per merito di guerra con D.L. 31 maggio 1945 e con anzianità 1° ottobre 1941. Tra i Comandi in cui prestò servizio figurano le Tenenze di San Benedetto del Tronto, Bari esterna, Roma-Parioli e Salsomaggiore, la Compagnia di Casoria, Firenze esterna, il Comando Forze Repressione Banditismo (C.F.R.B.) in Sicilia, la Compagnia interna di Firenze, la Compagnia di Como ed il Gruppo interno di Milano. In seguito, nel grado di Tenente Colonnello fu dapprima Capo Ufficio OAIO presso la IV Brigata di Roma, poi comandante del Nucleo di Polizia Giudiziaria di Milano, quindi comandante del Gruppo della stessa città, sino a quando, con la promozione a Colonnello, venne destinato al comando della Legione di Palermo, che mantenne dal 1966 al 1973.

Durante il periodo della sua permanenza nel capoluogo siciliano, con D.P.R. del 27 settembre 1970 venne decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Civile.

Promosso Generale, dopo aver comandato la Brigata di Torino per quattro anni, nel 1977 assunse per decreto governativo l’incarico di coordinatore del Servizio di Sicurezza degli Istituti di Prevenzione e di Pena e, a partire dal settembre 1978, anche le funzioni di coordinamento e cooperazione tra le forze di Polizia per la lotta contro il terrorismo, alle dirette dipendenze del Ministro dell’Interno. Continuò in tali incarichi anche con il grado di Generale di Divisione, conseguito il 31 dicembre 1977, sino a quando non fu preposto al comando della 1ª Divisione Carabinieri “Pastrengo” di Milano, che resse dal dicembre 1979 al dicembre 1981. Fu Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri dal dicembre 1981 al maggio 1982.Promosso al grado di Generale di Corpo d’Armata al momento di lasciare la carica di Vice Comandante Generale (5 maggio 1982), con decorrenza dal giorno successivo venne collocato in ausiliaria e nominato Prefetto di 1ª classe e destinato a Palermo. La sera del 3 settembre 1982, mentre si dirigeva in compagnia della moglie al proprio domicilio, cadde con essa in un agguato mortale. Quanto la personalità e l’operato del Generale Dalla Chiesa fossero apprezzati dal Governo e dalla Nazione è dimostrato dai seguenti altissimi riconoscimenti decretati alla sua memoria:

Medaglia d’Oro al Valor Civile conferita al Prefetto della Repubblica Dr. Carlo Alberto Dalla Chiesa;
Decreto 17 maggio 1983 del Ministro della Difesa. Conferimento della decorazione di Grande Ufficiale dell’Ordine Militare d’Italia.
Nello stato di servizio del Generale Dalla Chiesa figurano – oltre ad attestati di benemerenza ed altre distinzioni cavalleresche –19 encomi solenni, tributatigli nel corso della carriera.

Nel corso della sua lunga carriera, il generale Dalla Chiesa fu l’artefice della risposta dello Stato all’aggressione terroristica, dapprima con la costituzione degli speciali reparti dei Carabinieri antiterrorismo, poi anche in contesto interforze, e riuscì ad organizzare, mediante l’adozione di mezzi e soprattutto mentalità moderni, basati sull’analisi della massa dei dati informativi che giungono dalla struttura territoriale dell’Arma, gli organismi investigativi in modo tale da affrontare questa nuova gravissima minaccia che in quegli anni aveva causato molte vittime tra i servitori dello stato, magistrati, forze dell’ordine, esponenti politici.

Nell’aprile del 1982, quando Dalla Chiesa ricoprì l’incarico di Vice Comandante Generale dell’Arma, la massima funzione cui poteva ambire all’epoca un Carabiniere, venne nominato Prefetto di Palermo. Dalla Chiesa, richiese al governo tutti i poteri in vigore per il suo compito, ovvero poteri reali; legislazione ad hoc, uomini, mezzi e fondi. Nell’estate del 1982 a Palermo ci furono 52 morti e 20 lupare bianche. Nel giugno 1982 inviò il rapporto dei 162, una vera mappa del crimine organizzato. Poi seguì un rapporto sul mondo delle false fatture e dei contributi pubblici finiti nelle tasche di noti esponenti dell’imprenditoria di Palermo e Catania. Inoltre il Generale promosse accertamenti e indagini su comparati, parentele e amicizie, finanche ad avviare un’indagine sui registri di battesimo e nozze per vedere quali politici avessero mai presenziato a eventi di famiglie mafiose.

Cosa Nostra reagì e il 3 settembre 1982 trenta pallottole di Kalashnikov falciarono il Generale Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti-Carraro, mentre un altro killer uccise l’agente di scorta, Domenico Russo. Il Generale tentò di proteggere invano la moglie col suo corpo, prima di esalare l’ultimo respiro.

L’impegno ed il sacrificio del Generale Dalla Chiesa – che anche oggi ricordiamo – hanno avuto il merito di scuotere le coscienze dei siciliani e degli italiani ed hanno posto le basi per quella riscossa civile che, anche attraverso il martirio di altri servitori dello Stato, ha condotto successivamente ad infliggere duri colpi alla mafia.

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