“Rimini città di confine”: I dialetti dall’Impero ai borghi

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Il progetto “Rimini città di confine. I dialetti dall’Impero ai borghi” esplora le origini del dialetto, la lingua parlata e più legata alle radici della nostra terra, risalendo indietro nei secoli fino al momento della nascita delle lingue romanze, tra cui si inseriscono anche i dialetti delle diverse regioni italiane.

Attraverso un ciclo di incontri rivolti alla cittadinanza, agli insegnanti e alle scuole secondarie di secondo grado, esperti della storia del dialetto affronteranno i temi della nascita della lingua propria di Rimini – da sempre città di confine – e dei dialetti dei suoi quattro borghi, San Giuliano, San Giovanni, Sant’Andrea, Borgo Marina. Le caratteristiche dei dialetti dei borghi saranno sviscerate partendo dalle loro scaturigini anche attraverso il racconto della vita della città nell’epoca in cui “tutto accadeva in dialetto”. Gli ultimi due appuntamenti, un monologo e uno spettacolo, saranno invece riservati alla produzione dialettale contemporanea.

Il programma prevede quattro conferenze (6-13-20-27 novembre) di Davide Pioggia, un fisico prestato alla linguistica, dotato e generoso studioso contemporaneo delle parlate romagnole, che negli anni ha raccolto preziose registrazioni dagli ultimi testimoni di ‘un mondo in dialetto’ – scendendo dall’Appennino al Po e dal Montefeltro alle coste marchignole di Pesaro e Fano – rimanendo allo stesso tempo sempre attento al mondo contemporaneo e a un panorama linguistico in continua evoluzione, secondo la lezione di Tullio De Mauro, grande linguista e educatore, e il suo motto: ‘Il dialetto appartiene al futuro’.

Dopo un’ introduzione sulle peculiarità di Rimini, città di confine, l’ esperto geo-linguista ci guiderà, con l’abituale comunicativa, tra le parlate dei quattro borghi riminesi che, fin oltre la metà del secolo scorso, erano ancora percepibili: San Giuliano, Borgo Marina, Sant’Andrea e San Giovanni. Un vivace studio della lingua in relazione con gli ambienti: geografici – il mare, i fiumi, le colline, la campagna-, linguistici – le vicine Marche e il Montefeltro da un lato, le coste adriatico-venete dall’altro-, infine sociali, con classi e ceti diversi, tra grandi sperequazioni e in un contesto di diffusa povertà.

Chiuderanno il ciclo due appuntamenti-spettacolo (4 e 11 dicembre) sulla produzione di Francesco Gabellini poeta e autore teatrale contemporaneo. Il primo spettacolo tratto dal suo ultimo testo teatrale Il pacifista si configura come un soliloquio in cui il protagonista, Gabellini stesso, mette a nudo una identità che cerca di tenere nascosta e che lo porta a confrontarsi quotidianamente con il diverso da sé, mentre nell’ultimo appuntamento di mercoledì 11 dicembre Francesca Airaudo e Francesco Checco Tonti di Città Teatro metteranno in scena “Natale in casa” opera teatrale in dialetto romagnolo di Francesco Gabellini. Marito e moglie si trovano in casa durante la notte di Natale. Devono andare ad interpretare San Giuseppe e la Madonna per il presepe vivente, ma accade un imprevisto che piano piano assume i toni del giallo più classico. Nel cercare la soluzione i due si raccontano, passando dal dramma leggero ad una irresistibile comicità. E come in tutte le grandi storie, il finale ci suggerisce qualcosa da imparare.

Il ciclo di incontri a cura di Fabio Bruschi per Lingue di Confine ’19, è promosso dai Musei Comunali di Rimini in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Rimini, la Biblioteca Civica Gambalunga e Città Teatro, con il contributo dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, ai sensi della L.R.16/2014 “Salvaguardia e valorizzazione dei dialetti dell’Emilia-Romagna”.

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