Morgan rilancia l’idea del liscio patrimonio mondiale dell’Unesco: Riccarda Casadei (figlia del Maestro) lo ringrazia pubblicamente

Riccarda Casadei, la figlia del grande maestro Secondo Casadei, che sarà omaggiato a Forlì il 3 e 4 settembre prossimi con un grandissimo cast, desidera ringraziare pubblicamente Morgan per aver rilanciato la proposta di fare diventare la musica romagnola, il “liscio”, patrimonio mondiale immateriale dell’Unesco.

“Si tratta di una musica che ha fatto parte della vita di generazioni di persone, le ha accompagnate nei momenti più belli e ha alleviato con la sua allegria e spensieratezza i momenti più difficili e tristi: racchiude in sé sentimento e passione, fa parte della nostra cultura ed è una musica che merita come tutte le eccellenze italiane di essere protetta e divulgata perché è nota in tutto il mondo” dichiara Riccarda Casadei, al timone di Casadei Sonora alla scoperta di nuovi talenti, spesso insieme al MEI- Meeting delle Etichette Indipendent, in un felice incrocio tra artisti indipendenti e grandi musicisti di liscio che ha dato vita a innovazioni come gli Extraliscio e Dal Vangelo Secondo oggi a nomi come I Limoni, Lorenzo Kruger,  Edgar e Emisurela e tantissimi altri ancora.

Aderisce all’appello di Morgan anche l’Ente Tutela del Folklore Romagnolo guidato da Ferrino Fanti insieme a Bruno Malpassi della nota Scuola di Ballo di Ravenna. “Il liscio, nella nella nostra terra, è una fede. Ci accompagna con le sue note sin da bambini, le scuole di ballo sono ancora una fucina di provetti ballerini di valzer, polka e mazurca; una passione che si porta avanti anche con i capelli bianchi. Il liscio è un concentrato di tante cose, forse difficili da afferrare pienamente fuori dai confini romagnoli, ma che forse proprio per questo vale la pena di difendere” dichiarano Fanti e Malpassi, che hanno lanciato l’appello di dedicare una via a Faenza, accolta dal Comune di Faenza, alla grande voce di Arte Tamburini, la prima voce femminile che incise Romagna Mia su disco nel lontano 1954. L’Ente Tutela del Folklore Romagnolo appoggia la proposta rilanciata dal cantautore Morgan di fare diventare il Il liscio patrimonio immateriale dell’umanità.  “Infatti, nella terra della piadina, dopo due anni e mezzo di stop torna ad essere una fede e si sta affacciando proprio ora una Generazione Z di Musicisti di Liscio che offrono una nuova proposta musicale di grande coinvolgimento per i più giovani. Lo ha testimoniato il recente successo di Birichina, il primo festival per le nuove generazioni del Liscio che si è tenuto a Gatteo Mare pochi giorni fa e diventare un appuntamento annuale nella Nashville del Liscio cosi come lo dimostra il successo internazionale degli Extraliscio esplosi proprio grazie alle primissime edizioni della Notte del Liscio.

Il Liscio, inoltre, lo si impara a conoscere sin da bambini con Romagna Mia, una canzone nota in tutto il mondo oramai scolpita nel cuore di tutte le generazioni romagnole ,  oramai cinque, dai trisnonni di un tempo ai nipoti di oggi, le scuole di ballo sono ancora una fucina di provetti ballerini di valzer, polka e mazurca; una passione che si porta avanti anche con i capelli bianchi. Il liscio è un concentrato di tante cose, che proprio per questo vale la pena valorizzare a livello mondiale come per il tango. E così è tornata in auge la proposta: far diventare il liscio patrimonio immateriale dell’umanità attraverso l’Unesco, emersa già alcuni anni fa anche in un convegno partecipatissimo al Meeting delle Etichette Indipendenti con autorità politiche, operatori, giornalisti e musicisti e rilanciata ora da Morgan, ospite alla prossima edizione di Cara Forlì, il grande Omaggio a Secondo Casadei del 3  4 settembre.  Infatti, La proposta era già maturata alcuni anni fa visto che tale identità culturale contribuisce a rafforzare la proposta turistica romagnola da sempre. Il liscio patrimonio dell’umanità  ai suoi tempi aveva suonato bene anche agli operatori economici e della riviera che si erano dimostrati favorevoli. Un progetto di tale portata si riverbera a favore dello sviluppo turistico. Un riconoscimento dell’Unesco sarebbe fantastico. Si invitano perciò tutti a riprendere in mano tale iter e a lavorare insieme a tutta la comunità della musica della tradizione e innovazione del folklore romagnolo e a tutti gli altri comparti interessati per arrivare a un tale importante risultato che ci porterebbe al centro del mondo. Si prenda in mano la proposta e la si porti all’attenzione dell’Unesco per una tradizione oramai nota in tutto il mondo con Romagna Mia e che coinvolge oramai cinque generazioni” conclude l’Ente Tutela del Folklore Romagnolo.

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