Fare rete fra i servizi territoriali e coordinare gli psicologi scolastici: avviato a Rimini confronto per sperimentazione di nuovo modello inclusivo

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Coordinare gli psicologi scolastici e promuovere il rapporto con la rete dei servizi territoriali, a servizio delle giovani e dei giovani studenti, delle docenti e dei docenti, delle famiglie. Una sfida che parte da lontano e che ha visto il recente avvio di un confronto territoriale, un tavolo tra i vari soggetti istituzionali, alla luce di una riflessione intorno al ruolo e al potenziale di crescita degli sportelli di consulenza psicologica all’interno delle scuole del distretto di Rimini nord. Un servizio che il Comune di Rimini cofinanzia nelle scuole secondarie di primo grado, con un approccio che sta cercando di passare da quello di un sostegno economico all’autonomia delle singole realtà educative, a quella di un possibile coordinamento territoriale vero e proprio. Gli sportelli stanno assumendo un ruolo crescente di snodo di antenne circa le tematiche del disagio giovanile, e di primo supporto. Ovviamente si tratta di una parte di un problema molto più ampio per il quale è necessario ampliare il raggio di azione.

Il punto di partenza è proprio quello dell’aumento della domanda, con gli studenti che evidenziano alcuni specifici problemi legati al mondo della scuola, su tutti quello del ritiro sociale, che si collega all’abbandono e alla dispersione scolastica, ma anche il bullismo. Sono tematiche note e trasversali, a cui è ovviamente impossibile pensare di dare una risposta totale con il solo servizio di sportello psicologico a scuola. Da qui l’esigenza di coordinarsi non solo tra i professionisti delle diverse scuole, ma anche e sopratutto con i servizi sociali territoriali e quelli dell’Ausl, ma anche con l’associazionismo, come le parrocchie,le associazioni sportive e di volontariato sociale, per non lasciare che le giovani o i giovani più in difficoltà si possano trovare, fuori dalle scuole, soli.

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