A Rimini si festeggiano i 70 anni de La Strada di Fellini

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“Caro Federico e Giulietta, vi ringrazio tanto per quello che avete detto di me sull’intervista che trattava della mia carriera. Per me, tutti e due rimanete il punto più alto della mia vita. Ho imparato tanto da voi. Parlo sempre del ‘Strange man’ called Fellini – and the ’sweet lost girl, Gelsomina’, che è Giulietta. Sono molto grato e lo sarò sempre. Con amore a tutti e due. 
Antonio Q”.
E’ il 17 settembre 1990. La lettera indirizzata al Maestro e a Giulietta Masina è breve ma sentita, arriva da New York ed è scritta in italiano, ed è firmata Antonio Q. Dove Q sta per Quinn, l’attore che ha reso immortale lo Zampanò protagonista della pellicola che portò Federico Fellini a ricevere il primo dei suoi cinque premi Oscar.

A settant’anni dall’uscita de La Strada, girato nel 1954 e consacrato tre anni più dopo con la statuetta dell’Academy come miglior film internazionale, dall’archivio della Cineteca Comunale emergono preziose testimonianze del making of di uno dei capolavori di Federico Fellini, al centro del convegno promosso da Fellini Museum e Dipartimento delle Arti – Università di Bologna in collaborazione con Cineteca Comunale, CFC (Culture, Fashion, Communication International Research Centre) nell’ambito del festival La Settima Arte – Cinema e Industria.

Due giornate di studi (2 e 3 maggio) che saranno aperte da un video messaggio di Papa Francesco, che già in passato ha avuto modo di esprimere il suo apprezzamento per il lavoro di Fellini e in particolare per il poetico racconto di Gelsomina e Zampanò, i due artisti di strada immersi nell’Italia dell’immediato dopoguerra. Quel film, ha spiegato in passato il Pontefice, è un racconto come pochi altri sugli ultimi, capace – come il neorealismo nel suo complesso – di guardare a quella realtà post bellica con occhi nuovi, provocando una reazione nelle coscienze. E accendendo la luce della speranza e della fiducia, racchiusa nello sguardo di Gelsomina.

La copia della lettera di Quinn al regista e a Masina è parte del materiale presente nell’archivio della Cineteca, trasmesso dall’Archivio di Stato che custodisce una infinita testimonianza delle documentazioni, dei testi e delle immagini che erano e sono tutt’ora necessari alle produzioni cinematografiche: dai soggetti ai preventivi, dai piani di lavorazione alle richieste di autorizzazione. Un modo quindi per compiere una vera e propria immersione nella dimensione ‘produttiva’ della settima arte, a disposizione negli archivi comunali. Tra i documenti ad esempio, soffermandosi su La Strada, si può trovare il soggetto cinematografico, il preventivo di spesa con tutti i costi relativi alle 15 settimane di lavorazione preventivate. Non manca infine il segno del Maestro: uno schizzo di Gelsomina, realizzato con una biro blu, così essenziale eppure già così denso di contenuto.

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