Imprese. Camera Commercio Romagna: la provincia di Rimini chiude bene l’anno ma cresce l’incertezza

Il presidente Moretti: "La speranza è che parta il Piano strategico della Romagna per avere la giusta massa critica, ma occorre superare individualismi e barriere"

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L’economia in Romagna chiudera’ l’anno con numeri positivi, nonostante le difficolta’ sul fronte dell’occupazione. Ma per il 2019 “le incognite sono molto ampie”, riflette, presentando alla stampa i dati del preconsuntivo 2018, il presidente della Camera di commercio della Romagna, Fabrizio Moretti. Sul sentiment degli imprenditori pesano le “scelte non ancora chiare del Governo, se si manterra’ la coesione con l’Europa”, mentre a livello internazionale “tante situazioni generano incertezze”. La speranza, aggiunga, e’ che “parta il Piano strategico della Romagna per avere la giusta massa critica, ma occorre superare individualismi e barriere”. 

Nel dettaglio dei dati entra la responsabile dello sportello di Informazione statistica dell’Ente camerale, Cinzia Cimatti. A livello congiunto delle due province di Rimini e Forli’-Cesena, la ricchezza prodotta ammonta a 20,2 miliardi di euro nel 2017, rispettivamente 8,9 miliardi e 11,3. Quest’anno crescera’ dell’1,3% e nel 2019 dell’1,2%, dunque con un “lieve rallentamento”.

Per quanto riguarda la provincia di Rimini si contano al 31 ottobre di quest’anno oltre 34.400 imprese attive, sostanzialmente stabili, e 109 start-up innovative, un dato “brillante”.
A livello settoriale, “non e’ un momento semplice” per il commercio al dettaglio, in particolare per piccola e media distribuzione. Nel terzo trimestre dell’anno le imprese calano dell’1,5% e le vendite del’1,9%, e solo una su cinque le prevede in aumento nell’ultimo scorcio del 2018. Soffre anche l’agricoltura, in particolare per il crollo nella produzione di olive; mentre per la pesca giu’ la quantita’ commercializzata, ma su i prezzi, per un valore del pescato nei primi nove mesi di sette milioni di euro.

Bene la manifattura, tirata dalla meccanica, con le imprese in calo dello 0,4%, ma tutti gli indicatori in territorio positivo: la produzione del 6,8%, il fatturato del 7,6%, gli ordini dell’1%. Circa otto imprese su 10 prevedono numeri stabili o in crescita per gli ultimi tre mesi del 2018. “Leggera ripresa”, prosegue Cimatti, per il volume d’affari dell’edilizia, 0,7%, ma imprese giu’ dello 0,5%. Una impresa su 10 prevede un calo del volume daffari nell’ultimo trimestre. in rialzo sia export, dell’8%, che import, del 13%.

Il settore alloggio e ristorazione “ha migliorato i numeri del 2017” ma soffre sui margini di redditivita’ e infatti il volume d’affari cala dell’1,1%. Infine il numero delle imprese artigiane scende dello 0,6%, ma la produzione cresce del 2,6%; giu’ del 3,6% il numero di cooperative.

I “dati piu’ critici” riguardano l’occupazione, con un tasso del 66,6% inferiore al dato regionale; la disoccupazione e’ all’8,9% rispetto al 6,4%. Il saldo occupazionale e’ negativo per l’1,7%. positivo l’andamento del credito con i prestiti alle imprese su dell’1,5% e alle famiglie del 2,3%, ma “la nota dolente viene dai livelli consistenti delle sofferenze”, quasi all’11% nel rapporto con i prestiti, con un tasso di ingresso del 3,1%. Le previsioni per il 2019, conclude Cimatti, sono in calo, dall’1,3% all’1,2%, certo “uno scenario distante dal livello nazionae ma che risente del clima generale di incertezza”.

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