Abolizione superticket. L’Altra Emilia-Romagna: Pura demagogia elettoralistica, inutile per tutti

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Siamo ormai abituati ai roboanti annunci del Presidente Bonaccini, in sanità in particolare (esempio, tempi di attesa ed incrementi di personale) con il silente sostegno del suo assessore Venturi e l’agnostico plauso dei consiglieri regionali di maggioranza e dei segretari regionali dei sindacati confederali. Anche in questa occasione non si è smentito: ha annunciato l’abolizione del super ticket per le fasce di reddito tra i 36.000 ed i 100.000 euro anno. E’ solo demagogia sparsa a piene mani, inutile per i poveri ed i malati cronici. Ed anche per i ceti medi ed alti.

Innanzitutto i “bassi redditi” ed i malati cronici gravi, già esenti dal super ticket, così come gli ammalati acuti gravi, compresi quelli ascrivibili agli stessi ceti medi ed alti, soffrono non certo per i super ticket ma per i tagli agli organici degli ospedali e dei servizi territoriali e per le sempre più lunghe liste di attesa, provocati da anni di de-finanziamento del servizio sanitario pubblico in E.R e di pervicace privatizzazione, Il peggioramento progressivo e sempre più grave delle condizioni di lavoro nella sanità dovrebbero al contrario determinare una ferma opposizione delle OOSS che invece appaiono accondiscendenti nei confronti delle politiche regionali.

In secondo luogo è fuorviante e demagogico presentare come eclatanti manovre di bilancio e di riequilibrio sociale in sanità, peraltro solo tra ceti medi e ceti benestanti, di poco più di due/tre decine di milioni di euro (circa 33 il costo della eliminazione del super ticket controbilanciati da supposti 8 provenienti dai super ticket dei redditi superiori ai 100.000 euro l’anno), a fronte di bilanci della sanità pubblica regionale di oltre 9,5 miliardi di euro e delle centinaia di milioni di euro annui di investimento necessari per:
a. completare il modello delle case della salute,
b. riorganizzare/ammodernare la rete ospedaliera e realizzare la continuità assistenziale ospedale territorio,
c. adeguare gli organici per eliminare le liste di attesa e rispettare ed attuare i diritti dei professionisti dipendenti,
d. de-privatizzare e re-internalizzare, per spendere meno e meglio, i servizi, sanitari e non, già privatizzati (cfr. le urgenze traumatologiche a Bologna, i global service a Modena, le prestazioni specialistiche ambulatoriali per ridurre – inadeguatamente – le liste di attesa, gli accordi con Unipol SAI per prestazioni calmierate in libera professione e via dicendo!)
e. sostenere la ricerca e le terapie farmacologiche avanzate e la sanità digitale, e via dicendo.

I ticket, tutti non solo i super, sono stati e sono il frutto di un’epoca di pensiero ed azione sociale ed economica neoliberista in sanità, basata sul concetto antisolidaristico che “chi più consuma, più paga”, come se la condizione di malato fosse una condizione di tipo voluttuario, come se esser malati fosse piacevole e curarsi uno sfizio, non un diritto.

È una filosofia obbrobriosa che ha portato ad istituire una vera e propria tassa sulla malattia per ottenere prestazioni cui si avrebbe diritto ad una erogazione senza contropartite in denaro in quanto la loro erogazione/produzione è già finanziata con il prelievo fiscale ordinario corrente (da quanti non evadono i loro doveri fiscali).

I ticket vanno aboliti tutti, non solo i super poiché tassa sulla malattia non sulla ricchezza. La soluzione, infatti, non è far pagare il ticket super ai “ricchi”, proprio quando stanno male e sempre che si rivolgono al pubblico. La soluzione seria è far pagare ai ricchi, individui e aziende, le tasse che evadono sottraendosi al finanziamento della spesa pubblica in generale, ed anche e in particolare, al welfare pubblico ed alla sanità pubblica.

Se Bonaccini vuol fare qualche cosa di sinistra, per la prima volta nel suo mandato:
¬ elimini i ticket;
¬ collabori quanto può per accertare le evasioni fiscali in Emilia-Romagna e rimoduli le imposizioni patrimoniali soggette alla fiscalità regionale propri;
¬ faccia politiche di investimento non risibili sul servizio sanitario regionale pubblico e cominci a “de-privatizzarlo”;
¬ lasci perdere il collateralismo con i presidenti leghisti di Lombardia e Veneto dell’accordo con Gentiloni in tema di maggiore autonomia regionale ex art. 116 per più privatizzazioni nella sanità ed anche nella scuola, università, mercato del lavoro ed ambiente.

Siamo ansiosi di avere notizie, non fake-news su tutti questi temi. Riteniamo che su queste scelte dirimenti di politica regionale, le forze di sinistra politiche e sindacali, dovrebbero esprimere una critica più adeguata alla gravità della situazione e non soggiacere alle scelte elettoralistiche della giunta Bonaccini


L’Altra Emilia Romagna, Forum Diritto alla Salute E-R, Forum Sanità Val Samoggia e Val Panaro

 

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