Bando periferie. Retromarcia del Governo sui fondi per la Romagna. Di Maio: “Aspettiamo gli atti”

L'esecutivo ammette l'errore e si assume l'ennesimo impegno. Il segretario della Commissione Affari Costituzionali della Camera ci va cauto: "Per ora sono solo parole: aspettiamo i numeri e l'apertura dei cantieri"

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“Primo successo nella battaglia per il riconoscimento dei fondi per città e periferie”. Lo annuncia con un comunicato il deputato Marco Di Maio, segretario della Commissione Affari costituzionali della Camera, a commento del vertice tra sindaci italiani e Governo sui finanziamenti scippati alle comunità locali con il decreto Milleproroghe.

“Per la Romagna si tratta di un taglio di 40 milioni di euro – ricorda Di Maio -. A Forlì, con il provvedimento del governo, sono stati sottratti 8 milioni e 300 mila euro che serviranno a realizzare 12 progetti. Tra questi c’è il completamento del campus universitario. A Cesena, senza i 2 milioni di euro già assegnati, non si potranno svolgere i lavori di riqualificazione su tre piazze della città tra cui piazza Bufalini di cui c’è il progetto ed ecco qui il rendering. A Ravenna, senza i 12 milioni e 800mila euro assegnati e ora bloccati, non potrà realizzarsi un progetto atteso da anni: quello della nuova darsena di città. A Rimini l’impatto di questo decreto è ancora peggiore: si bloccano 18 milioni di euro che servono per il progetto “Parco del Mare nord” che interessa tutta l’area nord della città per un investimento complessivo di 30 milioni di euro”.

“Al termine di un incontro formale tra i sindaci italiani rappresentati da ANCI e il governo nazionale – afferma il parlamentare romagnolo, in prima linea per difendere gli oltre 40 milioni di euro che spettano alla Romagna -, pare che il premier Giuseppe Conte abbia fatto l’ennesima retromarcia. Restituiranno il malloppo che hanno sottratto alle città e periferie italiane”.

“Il nostro pressing, gli appelli, le iniziative parlamentari e la mobilitazione che abbiamo messo in campo sui territori – prosegue il deputato nella sua nota – cominciano a sgretolare il muro contro cui si sono scontrate finora le nostre proteste. Per ora sono solo parole: non molliamo la presa e continuiamo a batterci finché non vedremo gli atti, i numeri e i cantieri”.

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