Samuele Albonetti: Provincia unica, si proceda con la fusione se ritenuta utile

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Nei giorni scorsi si sono svolte le elezioni di secondo grado dei Consigli provinciali delle tre attuali province romagnole, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. Nell’augurare buon lavoro a tutti i consiglieri, neoeletti o riconfermati che siano, prendo atto che ciò ha coinciso con rinnovate dichiarazioni di intenti riguardo alla opportunità di costituire una provincia unica di Romagna. Se da un lato il MAR giudica positivamente tutto ciò che va nella direzione di una maggiore unità e autonomia della Romagna, dall’altro non si possono tacere almeno tre elementi che scaturiscono dal dibattito in corso. 

Il primo elemento è che si tratta purtroppo di un film già visto, da tempo. Ricordo bene, solo per fare un esempio, che nell’estate del 2012, oltre 6 anni fa, i quattro segretari territoriali del PD pubblicamente dichiararono che entro l’anno il cosiddetto “provincione” sarebbe stato realizzato. Resta da capire di quale anno stessero parlando! A parte l’ironia che mi sarà perdonata dagli amici segretari dell’epoca, negli anni successivi di passi concreti non ne sono stati fatti, pur avendo in mano il Governo locale e nazionale. È ora quindi che dalle parole si passi ai fatti.

Relativamente al secondo elemento, a fini di chiarezza occorre indicare che le province oggi non contano quasi nulla, grazie alla pasticciata riforma Delrio, per cui la mancanza di risorse e di competenze non porterebbe molto lontano. Il nuovo ente romagnolo sarebbe inevitabilmente debole e succube del potere emiliano. Un ultimo ma non meno importante elemento che sottolineo è la confusione: ora si sente parlare di “provincione”, ora di città metropolitana della Romagna, ora di “sistema Romagna” o di ente di area vasta. A chi giova questa confusione? Cosa comprendono di ciò i cittadini?

Pare a volte che tutto sia utile solo per generare confusione, per non cambiare nulla, per evitare a tutti i costi di indicare l’unica soluzione possibile, la regione Romagna. Ci vuole più coraggio, si parli espressamente di Romagna regione. Detto ciò, se c’è chi crede che un “provincione” romagnolo possa portare frutti, si adoperi per istituirlo. E subito. Il MAR non si tirerà indietro, anzi chiederà di partecipare e collaborare lealmente. Ci si dimostri così che noi del MAR abbiamo torto quando sosteniamo che l’unico strumento utile al nostro territorio per uscire finalmente dalla emarginazione economica, sociale, infrastrutturale e politica si chiama regione Romagna.

 

Samuele Albonetti

Coordinatore regionale MAR – Movimento per l’Autonomia della Romagna

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