Mostre. Inaugura a Rimini “L’Arca di Pinocchio”, che per la prima volta esce da un museo

Trentacinque ritratti di Filippo Sassoli raffiguranti gli animali del capolavoro letterario di Collodi fino al 6 luglio (ingresso gratuito) esposti ad Augeo Art Space

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Trentacinque ritratti raffiguranti gli animali del capolavoro letterario di Collodi realizzati con una minuzia unica e oltre dieci anni di lavoro. Ecco, in estrema sintesi, “L’Arca di Pinocchio”, la mostra che da sabato 8 giugno inaugura in Augeo Art Space a Rimini per mano di Filippo Sassòli, grafico e illustratore che ha collaborato con le più grandi testate giornalistiche e realizzato libri e mostre di rilievo. Alle ore 18.30 è in programma la “vernice”, alla presenza dell’artista: durante l’evento si terrà una Animals performing Art di Movimento Centrale Danza&Teatro, con la regia di Claudio Gasparotto. 

“La collezione – spiega Sassoli – è il frutto di una precisa scelta di proporre gli animali nella loro vivida concretezza, senza l’aggiunta di nessun particolare attributo che ne snaturi l’essenza, cercando di porre in risalto il loro personale incontro con Pinocchio”.

 

Un ritorno filologico al testo originale della prima edizione della favola, per “Pinocchio, al di là delle questioni sempre dibattute, appartiene comunque, innanzitutto e senz’altro, alla letteratura”.

Non si tratta quindi d’illustrazioni a corredo del racconto di Collodi, ma della precisa scelta di riproporre gli animali nella loro vivida concretezza, così come furono delineati nella prima edizione in volume de Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino (1883).

I tratti di china, le sfumature dell’inchiostro denso o diluito, la grafia caratterizzata da segni di bravura e raffinata pazienza, lasciano aperta l’interpretazione di chi le ammira. Un’arca piena di contenuti che rappresenta anche la vita quotidiana, l’animo umano con le sue passioni, i suoi vizi, le sue virtù, le sue speranze e i suoi timori, parla di fedeltà e dell’infedeltà, dell’amicizia, della lealtà e del tradimento, degli imprenditori, ma anche dei distruttori, dei prepotenti e dei vanitosi, del lavoro, della scuola, dell’insegnare, dell’apprendere, della catastrofe e dello sconforto, della forza morale, dell’ottimismo e della speranza.

Realizzate a penna con inchiostro nero, steso anche a pennello in parte diluito, le immagini sono dedicate agli animali personaggi, protagonisti e agli animali comparse.

 

Dall’ 8 giugno al 6 luglio (aperta al pubblico a ingresso gratuito), i visitatori potranno ammirare le tavole di personaggi dimenticati o nascosti, come un merlo bianco o un pappagallo, una bella marmottina o un grosso colombo, una lucciola o un’anguilla, un pulcino o un delfino… “Il mio Pinocchio è un noir. Prevalgono le oscurità, i notturni, le ombre profonde e la penombra. E poi qualche squarcio di luce, qualche volta. Con la scelta del bianco e nero a inseguire il disegnare dello scrittore, ho voluto anche sottolineare il ritorno alle origini, cioè risalire al tempo della nascita editoriale del libro”, dichiara Sassòli.

Sergio Antolini, fondatore di Augeo, sottolinea che “è un grande privilegio per Augeo e per il territorio: questa straordinaria mostra è per la prima volta esposta in uno spazio non museale”.

All’edizione riminese, infatti, farà seguito quella romana prevista per l’autunno, presso le sale del Museo dell’Istituto Centrale per la Grafica, alla Fontana di Trevi.

“Iniziai a disegnare nel 2005 lo Zoo di Pinocchio (esposto nel 2009 al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma, al Museo Primo Conti di Fiesole, nel 2012 al Museo Luzzati di Genova) che, con i nuovi disegni degli animali non protagonisti (in formato più piccolo) e il titolo Una zoografia per Pinocchio, è stato recentemente in mostra a Pisa, al Museo della Grafica, in convenzione con l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma dove sarà esposto a settembre 2019 – spiega Filippo Sassòli – Perché ho scelto Rimini? Direi che Rimini ha scelto me: ho ricevuto un entusiastico invito cui ho subito risposto con altrettanto entusiasmo. Poi la disponibilità, la cura e la competenza riscontrate in Augeo hanno reso tutto il lavoro più facile e divertente e mi hanno anche riavvicinato a quest’affascinante città, capace di sognare e di far sognare. Per questo mi viene da fare un parallelo tra l’immergersi nel racconto di Collodi per poi andare oltre, e il felliniano viaggiare nel reale per poi oltrepassare con l’immaginazione il visibile”.

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