Emergenza sanitaria. Vicesindaco Lisi (Rimini) incontra assistenti sociali del comune: “Più di seimila gli anziani contattati”

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“Ero insieme al sindaco Andrea Gnassi – ricorda Gloria Lisi, Vicesindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini – quando il direttore dei servizi sociali Fabio Mazzotti ci informò che, solo dalle 9 alle 12 del primo giorno del numero telefonico – l’ormai famoso 704000 – che avevamo istituito per l’emergenza sanitaria, erano state registrate e protocollate qualcosa come 600 telefonate. Un numero al ribasso, molte volte non c’era neanche tempo di segnarle tutte perché era un continuo di telefonate, una ininterrotta e drammatica richiesta di aiuto, pratico o psicologico.”

Iniziano così i ringraziamenti che Gloria Lisi ha portato, anche a nome del Sindaco e della Città tutta, alle assistenti sociali dello sportello sociale, e del servizio anziani, impegnate in prima linea nella gestione dell’emergenza sanitaria da Covid. Un momento totalmente inedito a cui nessun esame o testo universitario ti può preparare. Lo sforzo, pratico e psicologico, delle assistenti sociali è stato immane. Il nostro è un grande grazie per la generosità e l’abnegazione che hanno dimostrato, onorando a pieno una professione che non è come le altre. Ci vuole una vocazione speciale che, oltre a dimostrare nella quotidianità, hanno esaltato in questi mesi drammatici, dando prova di professionalità e grande umanità. Saperle al mio fianco tutti i giorni è stato fondamentale anche per me, perché sono state loro a realizzare le scelte difficili che dovevamo compiere, senza alcun precedente, in quei giorni”.

Insieme alle assistenti sociali dello sportello sociale sono state ricevute e ringraziate anche le assistenti sociali del settore anziani, che hanno curato ogni giorno un rapporto telefonico costante con la popolazione anziana più sola e meno autonoma.

“Vale per voi – ha esordito la Lisi – quanto già detto alle colleghe dello sportello sociale. Se possibile, con gli anziani, eravamo ancora più in difficoltà. Abbiamo allora deciso di spostare il modello dell’emergenza caldo anche per l’emergenza sanitaria. Una equipe di lavoro che telefonava, sosteneva e prendeva nota dei bisogni più diversi, a cui si rispondeva inviando a casa dei più deboli e soli medicine, cibo, spesa. Un coordinamento grazie al quale siamo riuscito a mantenere i contatti con più di seimila anziani, stabilendo un rapporto, raccogliendo bisogni e offrendo servizi. Grazie di cuore per aver dimostrato di essere, in un periodo critico, punto di riferimento costante e solido, e per non aver fatto mai mancare, anche nei momenti più difficili, un sorriso ed una parola di incoraggiamento ai nostri cittadini”.

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