Frenano gli arrivi di rifugiati Ucraini a Rimini: ancora tante le difficoltà

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Gli arrivi dall’Ucraina sul territorio riminese hanno registrato, negli ultimi giorni, una significativa diminuzione. Quasi il 70% di arrivi giornalieri in meno rispetto ad una settimana fa, secondo Riviera Sicura che tutti i giorni è in contatto con le associazioni ucraine sul territorio. “La quasi totalità dei rifugiati arrivati in provincia di Rimini – dice Giosuè Salomone, Presidente di Riviera Sicura – avevano un collegamento sul territorio; un parente o un amico con cui ricongiungersi. Le presenze non legate a ricongiungimenti sono nell’ordine delle poche decine e alcuni di questi lasciano la Romagna dopo poco”.

Viene stimato in circa 3.000 il numero di donne e bambini ucraini nella Provincia di Rimini. Quasi 1.000 quelli non sono ancora censiti dalla Questura ma la cui presenza è nota attraverso le associazioni Ucraine e le famiglie ospitanti. Molti anche quelli che, dopo qualche giorno, lasciano la Riviera per dirigersi verso altre Regioni o altri Paesi Europei.

Stenta ancora a decollare l’accoglienza da parte dello Stato: a fronte degli appena 91 rifugiati accolti attraverso la rete dei CAS, sono quasi 800 quelli al momento ancora ospitati gratuitamente dalle strutture alberghiere di Riviera Sicura. Una situazione che, al ventunesimo giorno di accoglienza, sta mettendo a dura prova albergatori e volontari. “Continuiamo a fare accoglienza – dice Corrado Della Vista – albergatore e dirigente di Riviera Sicura – ma ogni giorno è una corsa e una lotta per reperire beni di prima necessità e soprattutto generi alimentari: 1.600 pasti al giorno (oltre alle colazioni) sono una quantità difficile da sostenere”.

Funziona bene, invece, l’organizzazione sanitaria: la maggior parte dei tesserini sanitari (Codici STP) emessi da Ausl Romagna sono stati prodotti per i rifugiati alloggiati negli alberghi. I tamponi per il Covid 19 vengono effettuati con tempestività e le vaccinazioni effettuate negli alberghi di Riviera Sicura stanno vedendo una massiccia adesione da parte dei rifugiati: l’ambiente ormai per loro familiare e la presenza di interpreti madrelingua fa si che i rifiuti al vaccino siano limitati a percentuali di appena il 3%.

“Questa fase di stabilizzazione delle presenze – continua Giosuè Salomone – può consentire alle Istituzioni di attivarsi immediatamente dopo il disorientamento iniziale. Per noi, purtroppo, anche poche richieste giornaliere di alloggio non riescono più ad essere accolte. Al di la delle camere liberate da chi riparte verso altre destinazioni non abbiamo più posti. Abbiamo anche notizie di famiglie che hanno dormito in stazione nei giorni scorsi. Un albergatore ha ceduto anche la propria camera. Si deve intervenire subito, noi da soli non possiamo reggere ancora per molto, ne finanziariamente ne sul piano organizzativo”.

Proseguono, intanto tutte le attività di Riviera Sicura negli hotel: corsi di italiano, censimento della disponibilità al lavoro, attività ludiche per i bambini, animazione e assistenza.

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