MystFest 2018. Assegnati i premi per i migliori racconti e romanzi

"Non si uccidono i dodi" vince il 45° Premio Gran Giallo; "Abendland" di Alberto Odone si aggiudica il premio Alberto Tedeschi e ad Alessio Gallerani va il Premio Alan D. Altieri

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Il racconto vincitore del 45esimo Premio Gran Giallo Città di Cattolica è Non si uccidono i dodi di Scilla Bonfiglioli. L’opera ha raggiunto il podio a giudizio unanime della giuria formata da Cristiana Astori, Carlo Lucarelli, Annamaria Fassio, Franco Forte, Valerio Massimo Manfredi, Marinella Manicardi, Andrea G. Pinketts e Simonetta Salvetti.

Questa la motivazione della Giuria: “Nella costruzione di un buon giallo dai contorni sfumati di inquietudine e superstizione, spicca un personaggio di prima grandezza: Dodo, una bambina estinta ma non cattiva, che colpisce dritto al cuore del lettore”.

Classe 1983, di Bologna, l’autrice del racconto vive nel capoluogo emiliano-romagnolo, ha pubblicato in diverse antologie, collane e riviste. Nel luglio del 2014, il suo thriller storico La Corte della Seta è pubblicato nell’antologia Anno Domini per Mondadori, accanto a grandi nomi del giallo italiano. A dicembre 2017 su Mondadori è uscito il racconto Un’ombra sulla luna, vincitore del primo Premio Segretissimo. Non si uccidono i dodi è stato selezionato tra i 10 titoli finalisti individuati dalla pre-giuria composta da scrittori e ex vincitori e partecipanti al Premio Gran Giallo: Michele Catozzi, Diego Di Dio, Antonino Fazio, Andrea Franco e Diego Lama.

Questi i titoli e gli autori delle opere finaliste scelte tra i 108 lavori giunti alla segreteria del festival:
Caccia al lupo di Enrica Aragona, Il segreto di Kazantzakis di Luisa Rosa Barolo, Mary C. di Cataldo Cazzato e Salvatore Lecce, La nonna non mente di Francesco Citro, Il fantasma che non sapeva fluttuare di Luca Gialleonardo, Asfalto rovente di Beatrice Galluzzi, Dietro la maschera di Liudimila Gospodinoff, Un gran bel ragazzo di Maria Cristina Grella, La lettera di Maurizio Polimeni, Uno scherzo del destino di Lia Tomasich.

I giurati hanno preso parte personalmente alla seduta conclusiva svoltasi ieri mattina, sabato 30 giugno, a Cattolica, e alla serata finale che ha animato il palco di piazza Roosevelt con momenti di emozione, spettacolo e suggestione. Unico assente, per motivi di salute, Andrea G. Pinketts, affezionato e storico collaboratore del festival che ha sempre presenziato e anche per questa 45esima edizione ha fattivamente partecipato ai lavori della giuria.

Come ormai da tradizione, nel corso della serata, è stato proclamato il vincitore anche del Premio Alberto Tedeschi, riconoscimento per il miglior romanzo giallo intitolato allo storico fondatore de Il Giallo Mondadori. La palma d’oro è andata a Alberto Odone, autore di Abendland.
Per la prima volta MystFest ha incoronato d’alloro anche il primo classificato del Premio Alan D. Altieri – Segretissimo intitolato alla memoria dello storico scrittore e amico del Premio prematuramente scomparso un anno fa. Ad aggiudicarselo Alessio Gallerani.

Con il verdetto di ieri Scilla Bonfiglioli entra dunque nell’albo dei vincitori del Gran Giallo insieme a Loriano Macchiavelli ad Andrea G. Pinketts e alle altre grandi firme del giallo italiano che hanno vinto il premio cattolichino. MystFest2018 ha confermato il fortissimo appeal della manifestazione, sia tra gli appassionati che tra gli addetti ai lavori. Tra i 109 partecipanti (una delle 108 opere è stata scritta a due mani) la regione più rappresentata è stata l’Emilia Romagna con 25 firme, seguita dalla Lombardia (16) e dal Lazio (15). Il Premio ha varcato i confini del Paese con un partecipante dal Portogallo e riscuote l’interesse dei giovanissimi. L’età di nascita degli scrittori va dal 1936 al 2003.

Anche il pubblico ha confermato l’interesse riempiendo tutte le sere la platea del festival e seguendo con attenzione non solo gli eventi di spettacolo ma anche i talk più impegnati come quello che ha visto protagonista Gessica Notaro e le Forze dell’ordine del territorio e in cui la ribalta di MystFest ha acceso i riflettori sul tema purtroppo attualissimo del femminicidio e sulle “Piccole cose di valore non quantificabile” che fanno però l’enorme differenza tra l’amore e l’abuso, come ha mostrato acutamente e delicatamente il corto proiettato per l’occasione sul palco di MystFest a firma di Paolo Genovese e Gianluca Miniero.

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