Bellaria Igea Marina. Italdron Air Service ci introduce alla scoperta dei droni

All’avanguardia nel complesso mondo dei dispositivi Uav e in particolare nell’utilizzo dei droni per eventi culturali, per riprese cinematografiche e servizi tecnici, Italdron Air Service è un’azienda fondata nel 2018 da tre liberi professionisti che rispondono ai nomi di Valerio Marano, Marco Barberini e Gianluca Rovituso. Italdron Air Service nell’ultimo lustro, segnato anche dalla pandemia Covid-19 è riuscita a imporsi sul mercato grazie a soluzioni che, oltre ad essere innovative, rispettano le stringenti normative previste dall’impiego di droni in ambito professionale. Le soluzioni di Italdron Air Service non solo permettono all’azienda romagnola di ottenere permessi che rendono possibile le riprese di grandissimi eventi, ma raggiungono anche alti standard di qualità video. Tanto che, Marano, Barberini e Rovituso hanno fatto di Italdron Air Service una realtà in grado di occuparsi anche di servizi molto tecnici per enti pubblici. Di tutto questo abbiamo parlato con Valerio Marano, residente a Ravenna.

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Da sinistra Rovituso, Barberini e Marano

L’INTERVISTA

Inizialmente avete svolto diversi lavori per la città di Ravenna. Com’è nato tutto?

“In principio il sottoscritto, Barberini e Rovituso erano tre liberi professionisti che collaboravano con Italdron. Nel tempo siamo divenuti un’agenzia di servizi, perché ci sono un sacco di settori dove il drone può venire in aiuto. Nel 2018 siamo passati dalla vendita dei droni fisici ad essere una società specializzata nella fornitura verticale di servizi legati ai droni. Come dicevi abbiamo fatto tanti lavori per la città di Ravenna, tra i più importanti citerei il virtual tour territoriale legato al progetto Wave (che racconta le acque sul territorio ravennate ed era un lavoro legato a un progetto europeo più ampio); il lavoro fu svolto per l’ufficio turismo; il progetto legato alle riprese durante la pandemia Covid dove riprendemmo le città deserte. Iniziammo documentando la città di Ravenna e poi il progetto si espanse a tutti i comuni limitrofi come Forlì, Cesena, Rimini, Cattolica, ecc. A narrare questi filmati ci fu un ospite d’eccezione, il comico Giuseppe Giacobazzi”.

Che cosa vi differenzia dalla concorrenza?

“Diversi fattori. Operiamo in tutto il territorio nazionale e, quando ci chiamano, andiamo anche all’estero. I nostri punti di forza sono il know how frutto della dedizione nel conoscere il settore nel quale andiamo a svolgere le nostre attività. Lo definirei un know how molto verticale sui segmenti di mercato presso i quali abbiamo lavorato quindi ponti, viadotti, spettacoli, ecc”.

La vostra attività funziona sia per l’ambito tecnico che per quello artistico?

“Sì, quello che ci permette di proseguire la nostra attività sono tutte le applicazioni sia in ambito industriale che in ambito artistico. I droni vengono immaginati principalmente per l’ambito video e quindi noi aggrediamo in senso stretto quel settore. Sfruttando le mie connessioni con il  mondo della musica abbiamo iniziato a fare ripresa di eventi. Penso, ad esempio, alle riprese per Ligabue – Campovolo, ai due Jova Beach Party, al concerto di Sfera Ebbasta all’Arena di Verona, al concerto dei Coldplay a Napoli. Un altro evento che mi sovviene è il concerto di Harry Styles all’arena Campovolo dove c’erano 100.000 persone.
Per quanto riguarda l’ambito tecnico, dal Covid in avanti abbiamo iniziato a fare ispezioni lungo le tratte autostradali, con i droni utilizzati per verificare lo stato di salute dei ponti dei viadotti. Questa operazione è resa possibile grazie all’utilizzo di droni sofisticati che scattano foto a tutte le altezze delle travi, ecc. Con l’avanzare del tempo abbiamo acquisito un’esperienza molto approfondita in questo ambito e ci siamo occupati di tutte le autostrade abruzzesi, ora ci muoviamo sulle tratte del Nord Ovest. Ci tengo a sottolineare che non basta solo saper guidare un drone, ma bisogna avere anche una conoscenza che si avvicina all’ambito ingegneristico. Si rivolgono a noi gli enti pubblici, i gestori autostradali, ecc”.

Potresti descriverci il lavoro che svolgete sul versante tecnico?

“Ad avere bisogno di noi può essere un gestore autostradale che per legge deve mantenere l’obbligo di monitoraggio di tutte le infrastrutture che possiede. In quel caso si rende necessaria una copertura fotografica. E quindi un drone che può scattare fotografie a tutte le altezze e in diversi modi è l’ideale. La nostra metodologia di lavoro prevede la sequenza che si usa per acquisire foto, per effettuare foto in modo corretto e in senso tecnico. Questa parte di know how è legato prettamente all’aspetto tecnico e occorrono persone che siano qualificate negli specifici ambiti dentro l’azienda: ingegneri con un’esperienza sulle classificazioni di rischio dei viadotti, ecc. Vedendo una foto riusciamo a fare una valutazione sul rischio di ammaloramento del viadotto, sappiamo riconoscere un distaccamento corticale, ecc. Entriamo nel merito, vogliamo capire qual è la necessità del tecnico che ci fa la richiesta. Questo penso sia un punto di forza. L’altro punto di forza è che per noi la sicurezza viene prima di tutto”.

Avete collaborato anche con Netflix?

“Sì, abbiamo un’esperienza nel settore audiovisivo che ci ha permesso di lavorare anche per un colosso come Netflix. In particolare le tre stagioni di “Summertime” e “Scuola di Sopravvivenza – Sfida al Gelo” sulle Tre Cime di Lavaredo per le avventure di Bear Grylls. Inoltre, abbiamo curato anche delle puntate per una trasmissione National Geographic”.

Nel 2022 vi siete occupati di un progetto molto ambizioso: la ricostruzione in 3D della Basilica di San Pietro…

“Abbiamo utilizzato il drone per fare un rilievo fotogrammetrico facendolo volare dentro e fuori San Pietro ricostruendo in 3D l’intera basilica. S’è trattato di un lavoro svolto per Italfer ed è stato davvero un momento unico. Siamo stati chiusi diversi giorni in orario notturno dentro la Basilica creando un modello digitale della struttura. Abbiamo contribuito alla realizzazione del modello digitale di San Pietro acquisendo col drone le opere interne e le facciate esterne”.

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Riprese all’interno della Basilica di San Pietro

Per utilizzare un drone occorre un certificato?

“In ambito professionale sì. Per utilizzare un drone occorre fare una serie di corsi certificati che rilasciano attestati, ad esempio attraverso Enac. Il  pilota del drone viene iscritto a un registro nazionale e sono previsti una serie di step molto simili ad una patente. In funzione dell’attività che si deve svolgere esistono corsi differenti per determinati droni. I criteri non prescindono mai dal peso del drone e dalla location nel quale questo è chiamato ad operare. Chiaramente più un drone è grande e più questo può trasportare dei sensori avanzati per svolgere l’attività. Quanto alla location, se devo svolgere attività in un campo o fuori dai centri abitati occorre una determinata tipologia di attestato, nel caso l’attività sia in prossimità di persone o di centri urbani ne occorre un altro.
Chi usa un drone a scopo ludico lo può comprare dove vuole. Basta assicurarlo. Il consiglio che do è quello di acquistare un drone che abbia un peso inferiore a 250 grammi e di effettuare l’iscrizione a un portale Nazionale. Per alcune tipologie di attività utilizziamo anche noi i droni più leggeri perché offrono un maggior livello di sicurezza in prossimità di persone e centri abitati”.

Chi sono i vostri clienti più ricorrenti?

“I soggetti sono grandi gestori autostradali, grandi organizzatori di eventi…possono essere le ferrovie, grandi costruttori, tutte persone, società o enti pubblici che hanno la necessità di avere un costante monitoraggio delle proprie attività.
Una piccola / media impresa privata al giorno d’oggi difficilmente ci chiama perché conviene loro effettuare riprese con un drone leggero che scatti foto e registri video. Non c’è nulla di male in questo, è il mercato che è cambiato. Per noi lavorare con grandi aziende e grandi gestori di infrastrutture è fattibile perché abbiamo dei protocolli molto rigidi di utilizzo del drone. Possediamo una conoscenza molto approfondita di quella che è la normativa ma soprattutto anche la valutazione del rischio che noi effettuiamo prima di volare. Quest’ultima ci permette di avere la certezza di avere una copertura assicurativa. L’assicurazione se lo chiede se in un determinato contesto si sta operando nel modo corretto e se si sono svolte tutte le procedure necessarie e le valutazioni del rischio. Ecco, diciamo che noi siamo molto premurosi da questo punto di vista”.

Potresti farci un esempio?

“Tutta la normativa Aeronautica, tutte le circolari attuative che ci sono e le polizze assicurative le approfondiamo. Per Harry Styles a Reggio Emilia, ad esempio, abbiamo fatto una polizza di copertura specifica perché il management dell’artista aveva espressamente chiesto di avere un’ulteriore sicurezza in caso di incidente, per poter avere un tipo di copertura aggiuntiva. Noi abbiamo fatto delle ulteriori valutazioni del rischio per poter far accettare il premio all’assicurazione”.

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