Teatro Galli a Rimini: confermata la riapertura nella primavera del 2018, forse con un nuovo nome

Sarà il terzo ricostruito in Italia dopo la Fenice di Venezia e il Petruzzelli di Bari, spesa prevista per il restauro (15 cantieri) 32,4 milioni di euro. Oltre all'attuale intitolazione ci sono altre tre opzioni

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Resta fissata per la primavera del prossimo anno la riapertura del teatro Galli, in pieno centro storico a Rimini. Anche se potrebbe cambiare intitolazione con quattro candidature papabili: Amintore Galli come a fine degli anni ’40 quando era già un rudere; Vittorio Emanuele II come originariamente e come vorrebbe Carlo Rufo Spina di Forza Italia; Luigi Poletti, l’architetto che lo ha progettato; Giuseppe Verdi, a cui è stata affidata l’inaugurazione nel 1857. Intanto il progetto di restauro prosegue senza intoppi. 

Come hanno potuto constatare direttamente ieri mattina, lunedì 13 marzo, i consiglieri della commissione Cultura accompagnati in un sopralluogo nel cantiere dal direttore dei lavori, Massimo Totti. Infilati i caschetti, salgono fino al soffitto della struttura, tra foto e selfie di rito. Al ritorno a Palazzo Garampi, per concludere i lavori della commissione, li aspetta un grifone dorato, anch’esso immortalato dai commissari, che fa parte dell’apparato decorativo in rifacimento.

Come spiega Totti, la spesa prevista per il restauro, che si realizza attraverso 15 cantieri, è di 32,4 milioni di euro. In Italia sono stati ricostruiti solo altri due teatri, la Fenice di Venezia e il Petruzzelli di Bari, e quello di Rimini è l’unico con il rispetto delle norme sui lavori pubblici. Ora, sottolinea, la spesa è ferma a 25 milioni su 32, “siamo sette sotto il budget e ciò ci permette di andare avanti”.

Durante la visita ai tre ordini, unico esempio in Italia, e al tetto con relativa sala prove per la musica, i consiglieri si aggirano soddisfatti e particolarmente interessati dalle decorazioni affidate a una ditta di Roma. Sarà un “teatro avanti 20 anni rispetto agli altri”, prosegue Totti, l’unico in Italia che si affaccia su scavi archeologici per i quali verrà creato un punto di osservazione. Sono stati ritrovati durante i lavori “elementi di grande importanza” che grazie alla costruzione di alcuni vani saranno visitabili dagli spettatori “per restituire in parte le scoperte fatte”.

La sua storia e quella della città verranno invece raccontate in un percorso multimediale. I posti saranno 800 circa. Per il restauro, aggiunge l’assessore alla Cultura, Massimo Pulini, ci si è affidati ai disegni di Poletti e alle poche fotografie dell’epoca. E ora l’auspicio è di non sbagliare i colori. Diverse le tipologie di cantiere: per il foyer si tratta di un restauro conservativo, per la platea una reinterpretazione filologica, mentre per il palcoscenico “servono caratteristiche contemporanee”.
Senza dimenticare il restauro in corso dello storico sipario, con la doppia ipotesi di posizionarlo o in prima o sullo sfondo. Sul nome, conclude l’assessore, “nessuna decisione è ancora stata prese sulle quattro opzioni”. Con la Lega Nord a chiedere coinvolgimento nella scelta, anche dei riminesi.

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