Maltrattamenti in un asilo di Rimini: imputata una maestra, l’8 novembre l’udienza preliminare

Nella richiesta di rinvio a giudizio, sono 24 gli episodi contestati tra cui strattonamenti, minori sollevati da terra e trattati in modo violento, schiaffi sulle mani

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E’ in programma per mercoledì 8 novembre in tribunale a Rimini, l’udienza preliminare sui maltrattamenti nell’asilo “Il delfino” di Rimini. I genitori potranno così costituirsi parte civile. L’imputata, una maestra oggi 62enne, finì agli arresti domiciliari nell’aprile 2016 su segnalazione di una collega. Il successivo 7 giugno il Tribunale del Riesame revocò la misura cautelare, poi la Cassazione annullò il provvedimento, ma la donna rimase in libertà. Nella richiesta di rinvio a giudizio si legge: “Strattonamenti, minori sollevati da terra e trattati in modo violento, schiaffi sulle mani” e poi grida, minacce e, in un caso, “forti sculaccioni” nei confronti di un alunno. In un’altra occasione, avrebbe sollevato di peso un alunno con entrambe le mani, “per poi spingerlo con forza contro un mobile, costringendolo a mettere a posto delle cose”.

Si tiene mercoledì 8 novembre in tribunale a Rimini, l’udienza preliminare sui maltrattamenti nell’asilo “Il delfino” di Rimini. I genitori potranno così costituirsi parte civile. Tra questi, sette famiglie sono difese dagli avvocati Giulio Canobbio e Silvia Peraldo Gianolino dello studio legale Moretti Canobbio, penalisti del Foro di Genova e membri del comitato scientifico de “La Via dei Colori”, onlus che tutela minori e minoranze vittime di maltrattamenti in strutture scolastiche e assistenziali. “Attendiamo l’udienza preliminare – hanno detto gli avvocati – nella quale chiederemo la citazione del Comune di Rimini quale responsabile civile pur non sapendo, allo stato, quale scelte processuali prenderà l’imputata”.

L’imputata, una maestra oggi 62enne, finì agli arresti domiciliari nell’aprile 2016 su segnalazione di una collega. I Carabinieri del Nucleo operativo di Rimini, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani e dal giudice per le indagini preliminari Fiorella Casadei, raccolsero le eloquenti scene, attraverso sistemi di intercettazione video-ambientali, ed eseguirono l’arresto. Il caso fece scalpore, perché la donna era già indagata in un procedimento penale per abuso dei mezzi di correzione, a seguito di una denuncia del 2010 quando lavorava nell’asilo “La Vela”. Sospesa per dieci giorni e reimpiegata per breve periodo nei musei comunali, era stata reintegrata a scuola.

Nonostante le registrazioni audiovisive sembrassero non lasciare dubbi, il 7 giugno 2016 il Tribunale del Riesame di Bologna revocò la misura cautelare, considerando che i comportamenti non fossero tali da “turbare la serenità dell’ambiente”. La Corte di Cassazione annullò poi il provvedimento, ma la maestra rimase in libertà. Nella richiesta di rinvio a giudizio, sono 24 gli episodi contestati: si parla di “strattonamenti, minori sollevati da terra e trattati in modo violento, schiaffi sulle mani”. E poi grida, minacce e, in un caso, “forti sculaccioni” nei confronti di un alunno. In un’altra occasione, avrebbe sollevato di peso un alunno con entrambe le mani, “per poi spingerlo con forza contro un mobile, costringendolo a mettere a posto delle cose”. I bambini sarebbero stati tenuti dunque “in un continuo stato di soggezione e paura a causa del suo atteggiamento violento e vessatorio”.

In un primo interrogatorio la maestra rigettò le accuse definendo i propri “richiami educativi” registrati dalle telecamere nascoste, definendoli “atteggiamenti che rientrano nell’azione educativa dei bimbi, alcuni dei quali anche problematici”, ribadendo in buona sostanza che non è vero che ci sono stati bambini minacciati e vessati, ma solo redarguiti in un normale procedimento educativo.

Attualmente La Via dei Colori onlus, oltre a effettuare ricerca e formazione nell’ambito della prevenzione agli abusi, segue 500 famiglie, offrendo consulenza psicologica e di orientamento, dando il proprio supporto in oltre 90 processi in Italia.

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