Gettò il cadavere della figlia nel porto di Rimini in una valigia, patteggia un anno e due mesi

Gulnara Laktionova in aprile vegliò per cinque giorni il corpo della figlia Katerina, morta per anoressia, con l'idea di riportarla in Russia poi compì il gesto che non ha saputo spiegare

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Aveva messo in una valigia il cadavere della figlia, deceduta da una settimana per le conseguenze dell’anoressia, e gettato nel porto canale di Rimini. Poi era tornata in Russia tentando di nascondere il suo lutto segreto. Oggi, martedì 21 novembre, difesa dall’avvocato Mario Scarpa, Gulnara Laktionova, la mamma di Katerina Laktionova, trovata morta in una valigia nel porto di Rimini, ha patteggiato un anno e due mesi di reclusione, con la sospensione della pena, per morte conseguente a maltrattamenti e dispersione di cadavere.

La valigia con il corpo di Katerina era stata notata da un passante, galleggiare nel porto, il 5 aprile. Al suo rientro in Italia la donna era stata prelevata in aeroporto a Bologna dalla polizia e aveva confessato di aver vegliato il cadavere della ragazza per cinque giorni prima di metterla in una valigia con l’idea di riportarla in Russia.
Resasi conto dell’impossibilità del piano, aveva gettato il cadavere in mare, in un gesto che la donna non aveva saputo spiegare.

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