La “banda dello spray” si aggirava anche tra i locali della Romagna: colpo fallito al Bikini di Cattolica

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Dalle carte dell’inchiesta è emerso che la banda dello spray, dopo pochi mesi dalla strage della Lanterna Azzurra a Corinaldo, dove morirono sei persone, si muoveva tantissimo anche tra i locali romagnoli, da Rimini, Faenza, Cervia, fino al Kojak di Porto Fuori, a Ravenna.

“Dai che ci facciamo quei 100 euro a testa, poi andiamo a farci vecchio in un hotel al mare” sono le parole intercettate dalle “cimici” degli inquirenti e pronunciate in un dialogo tra due ragazzi della banda, il 28 marzo scorso, pensando a cosa fare il weekend successivo. I ragazzi però non sanno di essere ascoltati e alla fine finiscono per confessare fino a tracciare le piste che seguivano insieme agli altri della banda.

A ricostruirne la vicenda è il Corriere Romagna, in edicola oggi, lunedì 5 agosto. Una mappa dei locali da “saccheggiare” ben definita e studiata, dove spiccano tantissimi locali anche della Romagna, dove sabato scorso, 3 agosto, uno dei sei ragazzi è stato arrestato a Cervia.

Nelle carte dell’inchiesta si fa riferimento a diversi locali, quali ad esempio il Kojak di Porto Fuori, a Ravenna, colpito dai sei ragazzi della banda lo scorso 17 marzo, dove presumibilmente erano soliti andare visto che, sempre nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, si fa riferimento anche a diverbi con un altro gruppo “i genovesi”, che loro stessi denunciarono ai buttafuori del locale per toglierseli di mezzo.

L’inchiesta fa riferimento anche ad un colpo al Bikini di Cattolica, durante il ponte del primo maggio, che sembra non essersi concretizzato; si concretizza invece quello all’Eco Club di Forlì, un mese dopo al Teatro Verdi di Cesena per la festa “Mamacita”, dove i ragazzi cercano di fare il pieno di collane e catenine, da poter rivendere al loro “Compro oro” di fiducia. Un bel business, quello messo in atto dalla banda, visto che, secondo l’accusa, era capace di procurare ai giovani fino a 15mila euro al mese.

Colpi portati avanti fino al loro ultimo giorno di libertà, uno anche all’estero, dove commettono un furto durante la loro “vacanza lavoro” in Francia, vicino a Eurodisney. Nessuno rimorso sembra fermarli, né durante né dopo i morti di Corinaldo. Dalle intercettazioni è emerso infatti che la sera stessa della strage di Corinaldo, i sei ragazzi avrebbero derubato anche i soccorritori, arrivati in discoteca per prestare aiuto.

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